La sua foto, sul retro di Manchu Palaces è uno scatto in bianco e nero.
Visto così, sembra una vecchia foto degli anni 70. Ritrae di tre quarti una donna dalla faccia sottile, una testa di quasi ricci - non il riccio ben definito, da parrucchiere, quel quasi riccio che fa dannare l'anima a chi ce l'ha perché non sta in nessuna maniera - e un'espressione intelligente e saggia.
Sembra dire, a chi la osserva: "Fregatene delle apparenze, sono solo un inganno e, alla lunga, non è quello che conta."
In un certo senso, le sensazioni che mi provoca sono le stesse di quando mi capita di guardare un ritratto di Margaret Atwood. O Ursula LeGuin. O, per migrare da letteratura a scienza, Margherita Hack.
Donne forti, intelligenti, acculturate e che non hanno bisogno di dimostrare niente a nessuno.
Jeanne Larsen (questo il suo sito web) è una delle mie scrittrici preferite e una delle due che sazia, o meglio, che comincia a soddisfare, la mia sete di Estremo Oriente.
Quel che più mi affascina di un certo tipo di letteratura orientale (o di derivazione orientale) è il concetto che il Soprannaturale sia, a tutti gli effetti, molto vicino a noi: appena sotto la superficie, ci osserva da una caditoia di un marciapiede, o lurka da una vecchia porta lasciata socchiusa.
[Sapete, penso che tutto sia iniziato con Grosso Guaio a Chinatown quando ero poco più di una ragazzina]
E nei tre libri che compongono la Avalokitesvara trilogy - Silk Road, Bronze Mirror e Manchu Palaces - è proprio questo ad essere evidente.
Ambientati in epoche differenti - ottavo secolo Silk Road, dodicesimo secolo Bronze Mirror e diciottesimo secolo Manchu Palaces - sono degli stand alone (in questo senso la denominazione Avalokitesvara trilogy può essere fuorviante) che hanno però in comune la presenza di due piani di realtà: quella soprannaturale, popolata di dei, spiriti, demoni che si dilettano in poesia e Grosso guaio, i cinesi hanno molti inferni e pure un Aldilà estremamente complicato), oppure litigano fra loro e quella umana, che ne subisce le conseguenze. Gli umani, come burattini di carne in un teatrino, si muovono in risposta ai capricci e alle esigenze degli dei.
narrazione (sì, per tornare a
In questo senso, le narrazioni della Larsen si ricollegano, ad esempio, allo splendido (e corposissimo) Sogno della camera rossa, che (non a caso) è uno dei quattro grandi classici della letteratura cinese.
Nota a margine: il Sogno è da gustarsi con adeguata calma e attenzione, non solo perché ci sono moltissimi intrecci, personaggi, parentele, ma anche per l'attenzione con cui viene descritta l'ambientazione: palazzi, giardini, gioielli e vestiti sono descritti minuziosamente, tanto che riesci quasi a vederli.
Altra scrittrice che adoro - suo è il meraviglioso The Ghost Bride, dal quale Netflix ha adattato una serie che debutterà il 31 di questo mese e non vedo l'ora! - è Yangszee Choo (la trovate qui). Ho letto entrambi i suoi libri (The night tiger l'avevo prenotato in anteprima), ma The Ghost Bride è davvero inarrivabile.
Ambientato a Malacca, racconta le avventure di Li Lan cui viene richiesto di diventare la sposa di un fantasma: il figlio della potente famiglia Lim è morto improvvisamente e i genitori, per assicurarne la felicità nell'aldilà, hanno cercato una giovane per farne la sua sposa. Li Lan non è affatto entusiasta della cosa - perché dovrebbe? - ma il peggio deve ancora venire perché il fantasma, invece, è deciso a diventare suo marito e inizia a perseguitarla... non vi dico altro. Fatevi un favore, e leggetelo.
Visto così, sembra una vecchia foto degli anni 70. Ritrae di tre quarti una donna dalla faccia sottile, una testa di quasi ricci - non il riccio ben definito, da parrucchiere, quel quasi riccio che fa dannare l'anima a chi ce l'ha perché non sta in nessuna maniera - e un'espressione intelligente e saggia.
Sembra dire, a chi la osserva: "Fregatene delle apparenze, sono solo un inganno e, alla lunga, non è quello che conta."
In un certo senso, le sensazioni che mi provoca sono le stesse di quando mi capita di guardare un ritratto di Margaret Atwood. O Ursula LeGuin. O, per migrare da letteratura a scienza, Margherita Hack.
Donne forti, intelligenti, acculturate e che non hanno bisogno di dimostrare niente a nessuno.
Jeanne Larsen (questo il suo sito web) è una delle mie scrittrici preferite e una delle due che sazia, o meglio, che comincia a soddisfare, la mia sete di Estremo Oriente.
Quel che più mi affascina di un certo tipo di letteratura orientale (o di derivazione orientale) è il concetto che il Soprannaturale sia, a tutti gli effetti, molto vicino a noi: appena sotto la superficie, ci osserva da una caditoia di un marciapiede, o lurka da una vecchia porta lasciata socchiusa.
[Sapete, penso che tutto sia iniziato con Grosso Guaio a Chinatown quando ero poco più di una ragazzina]
E nei tre libri che compongono la Avalokitesvara trilogy - Silk Road, Bronze Mirror e Manchu Palaces - è proprio questo ad essere evidente.
Ambientati in epoche differenti - ottavo secolo Silk Road, dodicesimo secolo Bronze Mirror e diciottesimo secolo Manchu Palaces - sono degli stand alone (in questo senso la denominazione Avalokitesvara trilogy può essere fuorviante) che hanno però in comune la presenza di due piani di realtà: quella soprannaturale, popolata di dei, spiriti, demoni che si dilettano in poesia e Grosso guaio, i cinesi hanno molti inferni e pure un Aldilà estremamente complicato), oppure litigano fra loro e quella umana, che ne subisce le conseguenze. Gli umani, come burattini di carne in un teatrino, si muovono in risposta ai capricci e alle esigenze degli dei.
narrazione (sì, per tornare a
In questo senso, le narrazioni della Larsen si ricollegano, ad esempio, allo splendido (e corposissimo) Sogno della camera rossa, che (non a caso) è uno dei quattro grandi classici della letteratura cinese.
Nota a margine: il Sogno è da gustarsi con adeguata calma e attenzione, non solo perché ci sono moltissimi intrecci, personaggi, parentele, ma anche per l'attenzione con cui viene descritta l'ambientazione: palazzi, giardini, gioielli e vestiti sono descritti minuziosamente, tanto che riesci quasi a vederli.
Altra scrittrice che adoro - suo è il meraviglioso The Ghost Bride, dal quale Netflix ha adattato una serie che debutterà il 31 di questo mese e non vedo l'ora! - è Yangszee Choo (la trovate qui). Ho letto entrambi i suoi libri (The night tiger l'avevo prenotato in anteprima), ma The Ghost Bride è davvero inarrivabile.
Ambientato a Malacca, racconta le avventure di Li Lan cui viene richiesto di diventare la sposa di un fantasma: il figlio della potente famiglia Lim è morto improvvisamente e i genitori, per assicurarne la felicità nell'aldilà, hanno cercato una giovane per farne la sua sposa. Li Lan non è affatto entusiasta della cosa - perché dovrebbe? - ma il peggio deve ancora venire perché il fantasma, invece, è deciso a diventare suo marito e inizia a perseguitarla... non vi dico altro. Fatevi un favore, e leggetelo.
Come li ho scoperti?
Fondamentalmente, con una botta di culo. Ho letto The Ghost Bride perché era in mezzo a un Humble Bundle (che avevo comprato perché mi interessava un altro libro) e me ne sono innamorata. Ho cercato altre cose simili e ho chiesto al mio amico Davide che mi ha consigliato i libri di Barry Hughart su Master Li e Number Ten Ox (Bridge of Birds, The Story of The Stone e Eight Skilled Gentlemen, ma ve ne parlo in un altro post perché ne meritano uno tutto loro). Finiti quelli, ho mendicato un altro consiglio e Davide mi ha parlato di Silk Road (eccovi su Karavansara, il blog in inglese di Davide, questo post).
Come fare a trovarli?
Allora, Il sogno della camera rossa è disponibile, in italiano, in edizione Einaudi. Bellissima, ma il cartaceo costa un botto. Molto più abbordabile l'ebook, a €2.99 (per questo prezzo, fateci davvero un pensiero).
I libri della Larsen non si trovano in ebook, né in lingua originale, né - ma figuriamoci! - in italiano.
Per quel che riguarda il cartaceo, in italiano sono stati tradotti Silk Road (Lungo la via della seta) e The bronze mirror (Lo specchio di bronzo), Manchu Palaces non è mai arrivato da noi. Sono vecchie edizioni Rizzoli e non penso siano facilissimi da trovare, né ho idea della qualità della traduzione.
Io, che preferisco leggere in inglese per un mucchio e mezzo di motivi, sono andata in caccia su ebay e sono stata baciata dalla fortuna: con pochi spiccioli mi sono portata a casa tutti e tre (anche se di Silk Road ho l'edizione economica, mentre degli altri due la copertina rigida).
Per quel che riguarda The Ghost Bride - e il consiglio è leggetelo! leggetelo! leggetelo! - si trova senza problemi in ebook, anche se il prezzo non è proprio popolare, specie ora con Netflix in pista (€ 7.69). Io l'avevo preso con un fortunatissimo Humble Bundle, quindi l'ho pagato una scemenza. Invidiatemi.