martedì 11 settembre 2012

11/09

Per me, l'undici settembre è legato a due ricordi. In ordine cronologico.
Il primo è Fabrizio, il ragazzo che mi aiutava a plottare le tavole della tesi. Quel giorno dovevamo stampare le definitive. Quando sono arrivata da lui, mi ha detto: "Dicono che hanno tirato giù le Torri Gemelle con degli aerei."
"Stai scherzando", ho ribattuto io.
Poco dopo stavamo di fronte al monitor, all'immagine della torre Nord, il buco a forma di aereo e il fumo che usciva dallo squarcio. Pietrificati.
Troppo atroce. Troppo assurda. Troppo simile a un brutto film.
Il secondo è il viso pallidissimo di mia nonna: l'avevo sentita raccontare storie di guerra da sempre, ma quel giorno, quando ancora non si capiva né chi, né perché, quando non c'erano conseguenze prevedibili e tutto il mondo era in confusione, ho visto i ricordi di quasi sessant'anni prima che le rimpiombavano addosso. E lei, che viveva sola ed era orgogliosa della sua indipendenza, ha voluto dormire da noi, quella notte.
Undici anni fa il mondo è cambiato.
Migliaia di morti. Migliaia di sopravvissuti segnati per sempre.
Gente che non faceva nulla di male. Che era al lavoro. Turisti. Poveri disgraziati la cui unica colpa era  essere sul volo sbagliato al momento sbagliato. E chi poi ha cercato di aiutare: polizia e vigili del fuoco.
Ne sono state dette tante, in questi anni. Molti avevano qualcosa da guadagnare e non penso che dietro a un'azione del genere ci fosse solo idealismo, per quanto distorto. Forse a livello di bassa manovalanza, sì. Ma per quel che riguarda la mente, o le menti, dietro tutto questo... no.
Io non so quale sia davvero la verità dietro la tragedia e forse nessuno la saprà mai. Chiunque sia stato, ha tutte le mie maledizioni.
Perché? Come avete potuto progettare a sangue freddo tutto questo? Come avete potuto farlo?
Non ho una risposta. E fa male.

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