giovedì 20 settembre 2012

Un posto molto speciale.

Tutti abbiamo un posto speciale, penso. Il mio è questo.
La foto viene da qui

L'Arsenale Militare e il Museo Navale per me sono il paese dei balocchi. Mi sono sempre piaciuti tantissimo, fin da piccola. 
L'Arsenale, giusto per farvi rendere conto, è enorme: si estende per più di ottanta ettari. Al suo interno, oltre che officine ed edifici, ci sono chilometri di banchine, due darsene, sei bacini di carenaggio (quattro "piccoli" - 100 metri di lunghezza, oltre 20 di larghezza e uno grande, che è più del doppio) , il tutto collegato da quasi tredici chilometri di strade - con tanto di nomi.
Quando è stato inaugurato - 1869 - era la più grande e avanzata base navale al mondo. È progettato talmente bene che è in grado di continuare a funzionare ancora oggi senza modifiche sostanziali. Dal punto di vista ingegneristico è spettacoloso, specie se si considerano le difficoltà tecniche connesse alla realizzazione: sono state necessarie imponenti opere di scavo - e in terreni saturi d'acqua - che sono state effettuate, oltre che a braccia, mediante l'utilizzo di escavatori a vapore (e ditemi voi se questo non è steampunk vero!).
Qui si poteva costruire una nave ex-novo in modo completamente autosufficiente: officine calderai, tubisti, la veleria, l'officina artiglieri, officina siluri, armi e armamenti, telecomunicazioni, la falegnameria, l'officina cordami, insomma, non manca niente. Ha un solo difetto: dalle colline circostanti si può vedere praticamente tutto. Non proprio l'ideale per mantenere il segreto militare.
L'unico peccato è che si può visitare solo una volta l'anno (il 19 marzo) e solo in minima parte.
Nel 1869 fu spostato qui anche il Museo Tecnico Navale che prima aveva sede a Genova (comunque, la sede attuale è più recente, fine anni Cinquanta).


Nonostante lo conosca come il palmo delle mie mani, ogni volta suscita in me un misto di reverenza e ammirazione. Sarà che mi piace vedere oggetti molto grandi e che dovrebbero stare altrove esposti in una stanza. Lo so, non ditemelo: è roba da matti.
Il museo ha tutto quello che serve per piacere da impazzire ai bambini - e pure, coff coff, agli adulti con evidente sindrome di Peter Pan.
E qui dentro, di roba per adulti con sindrome di Peter Pan ce n'è a bizzeffe.
Ad esempio, la motosilurante qui accanto.
Oltre a essere in condizioni perfette, dentro ha il siluro originale (ma si vede solo dalla parte posteriore).
Giusto lì accanto c'è qualcos'altro che è molto interessante e di dimensioni ragguardevoli.
Avete mai sentito parlare dei maiali? No, non quelli con la codina a ricciolo: i siluri a lenta corsa.

Ecco, qua ce n'è uno. Con tanto di manichini con le dotazioni originali, giusto per farvi rendere conto di cosa volesse dire guidare uno di quei cosi. Anche perché dalla foto non si capisce - e il riflesso della teca uccide - ma l'arnese lì è lungo più di sei metri e non oso pensare a quanto sia pesante.


Guardate che testolina (giusto per farvi un'idea, il diametro - come minimo - è ottanta centimetri). 







Se volete cose ancora più grosse, voilà, la torretta di una nave.
Se vuoi ci puoi sbirciare dentro - o entrare proprio, se nessuno ti becca.
È così stretto che ti fa venire la claustrofobia. Se uno inizia a immaginarsi il botto dei cannoni in funzione e il rumore dei proiettili nemici sul ponte diventa ancora più spiacevole.
Ci sono diversi pezzi provenienti da sommergibili, tipo il periscopio, il telemetro e la centrale di puntamento, ed è stupefacente come tutto fosse così... analogico.
Non mancano i siluri, di tutti i tipi e per tutti i gusti. Da quelli più piccoli - tre o quattro metri, fino ai bestioni da nove o dieci. 
Le teste sono sia sperimentali che da battaglia.
Alcuni sono sezionati per dare modo di osservare il sistema propulsivo.

 
 







Rimanendo in tema di armi subacquee, nel giardino interno ecco quel che resta di una mina. C'è anche un intero tubo di lancio.














Nonostante sia un museo militare, non ci sono solo armi.
Ci sono polene. Un sacco di polene. Io vi metto le mie preferite, ma se vi piacciono e capitate qui, vi assicuro che ve ne levate la voglia.

















Quella a sinistra viene da una fregata dell'impero austro-ungarico.
Quella a destra è un po' speciale: non si sa da quale nave provenga. È stata rinvenuta a metà dell'Ottocento, in pieno Atlantico, dalla cannoniera Veloce. Lei è la ragazzaccia del museo, Atalanta.

E visto che ancorina piccola piccola, una cosina che non si nota proprio?
Viene da una nave romana, è stata ritrovata alla foce del Magra.
Ci sono tantissimi altri pezzi: le lanterne di alcuni fari, modellini molto belli, armi moderne e antiche, uno dei pennoni del Vespucci, un'intera stanza dedicata ai nodi marinari, i cofani in legno in cui veniva riposta la bandiera da battaglia, una teca dedicata a Marconi in cui si trovano alcuni  gli apparecchi utilizzati per i primi esperimenti radio dopo la trasferta e il successo in Inghilterra (a quanto pare, pure lui era un cervello in fuga). Non è un caso, perché alcuni dei suoi esperimenti più importanti si tennero qui.
Ma sapete quali sono i miei pezzi preferiti, quelli che mi hanno affascinato da sempre e che, secondo me, sono i più fichi del museo?
Facile.
Lo scafandro Galeazzi, antesignano delle moderne ADS. E l'elmo da palombaro. Ogni volta che li vedo, è come fosse la prima.



















Se venite da queste parti, fate un salto a visitare il Museo e, se è il giorno giusto, anche l'Arsenale. Non ve ne pentirete!

5 commenti:

  1. Lo scafandro e le polene *____________*
    Lo devo vedere questo museo.
    DEVO!
    (Tipo potrei evitare di dare l'esame il 24 e farmi segare non appena aprirò bocca, e venire invece a La Spezia!!!)

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  2. Non farti segare il 24, ma vieni! Ti ci porto, ti assillo per tutta la visita e poi a mangiare cose tipiche (che sono bbbuone!)

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    1. La segatura del 24 è inevitabile, ma poi ottobre è sgrombro, quindi... ti prendo in parola!
      Assillami pure, vista la mia ignoranza in materia (e non dico certo di no alle cose bbbuone!)

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  3. Io in questo posto ci sono stato.
    Non ho nemmeno letto il post e l'ho subito riconosciuto!
    Mi ci sono immerso qui indossando la mia bella tutona da palombaro!

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