domenica 5 gennaio 2020

La Cina è qui - Jeanne Larsen e Yangszee Choo

La sua foto, sul retro di Manchu Palaces è uno scatto in bianco e nero.
Visto così, sembra una vecchia foto degli anni 70. Ritrae di tre quarti una donna dalla faccia sottile, una testa di quasi ricci - non il riccio ben definito, da parrucchiere, quel quasi riccio che fa dannare l'anima a chi ce l'ha perché non sta in nessuna maniera - e un'espressione intelligente e saggia.
Sembra dire, a chi la osserva: "Fregatene delle apparenze, sono solo un inganno e, alla lunga, non è quello che conta."
In un certo senso, le sensazioni che mi provoca sono le stesse di quando mi capita di guardare un ritratto di Margaret Atwood. O Ursula LeGuin. O, per migrare da letteratura a scienza, Margherita Hack.
Donne forti, intelligenti, acculturate e che non hanno bisogno di dimostrare niente a nessuno.
Jeanne Larsen (questo il suo sito web) è una delle mie scrittrici preferite e una delle due che sazia, o meglio, che comincia a soddisfare, la mia sete di Estremo Oriente.
Quel che più mi affascina di un certo tipo di letteratura orientale (o di derivazione orientale) è il concetto che il Soprannaturale sia, a tutti gli effetti, molto vicino a noi: appena sotto la superficie, ci osserva da una caditoia di un marciapiede, o lurka da una vecchia porta lasciata socchiusa.
[Sapete, penso che tutto sia iniziato con Grosso Guaio a Chinatown quando ero poco più di una ragazzina]
E nei tre libri che compongono la Avalokitesvara trilogy - Silk Road, Bronze Mirror e Manchu Palaces - è proprio questo ad essere evidente.
Ambientati in epoche differenti - ottavo secolo Silk Road, dodicesimo secolo Bronze Mirror e diciottesimo secolo Manchu Palaces - sono degli stand alone (in questo senso la denominazione Avalokitesvara trilogy può essere fuorviante) che hanno però in comune la presenza di due piani di realtà: quella soprannaturale, popolata di dei, spiriti, demoni che si dilettano in poesia e Grosso guaio, i cinesi hanno molti inferni e pure un Aldilà estremamente complicato), oppure litigano fra loro e quella umana, che ne subisce le conseguenze. Gli umani, come burattini di carne in un teatrino, si muovono in risposta ai capricci e alle esigenze degli dei.
narrazione (sì, per tornare a
In questo senso, le narrazioni della Larsen si ricollegano, ad esempio, allo splendido (e corposissimo) Sogno della camera rossa, che (non a caso) è uno dei quattro grandi classici della letteratura cinese.
Nota a margine: il Sogno è da gustarsi con adeguata calma e attenzione, non solo perché ci sono moltissimi intrecci, personaggi, parentele, ma anche per l'attenzione con cui viene descritta l'ambientazione: palazzi, giardini, gioielli e vestiti sono descritti minuziosamente, tanto che riesci quasi a vederli.
Altra scrittrice che adoro - suo è il meraviglioso The Ghost Bride, dal quale Netflix ha adattato una serie che debutterà il 31 di questo mese e non vedo l'ora! - è Yangszee Choo (la trovate qui). Ho letto entrambi i suoi libri (The night tiger l'avevo prenotato in anteprima), ma The Ghost Bride è davvero inarrivabile.
Ambientato a Malacca, racconta le avventure di Li Lan cui viene richiesto di diventare la sposa di un fantasma: il figlio della potente famiglia Lim è morto improvvisamente e i genitori, per assicurarne la felicità nell'aldilà, hanno cercato  una giovane per farne la sua sposa. Li Lan non è affatto entusiasta della cosa - perché dovrebbe? - ma il peggio deve ancora venire perché il fantasma, invece, è deciso a diventare suo marito e inizia a perseguitarla... non vi dico altro. Fatevi un favore, e leggetelo.
 
Come li ho scoperti?
Fondamentalmente, con una botta di culo. Ho letto The Ghost Bride perché era in mezzo a un Humble Bundle (che avevo comprato perché mi interessava un altro libro) e me   ne sono innamorata. Ho cercato altre cose simili e ho chiesto al mio amico Davide che mi ha consigliato i libri di Barry Hughart su Master Li e Number Ten Ox (Bridge of Birds, The Story of The Stone e Eight Skilled Gentlemen, ma ve ne parlo in un altro post perché ne meritano uno tutto loro). Finiti quelli, ho mendicato un altro consiglio e Davide mi ha parlato di Silk Road (eccovi su Karavansara, il blog in inglese di Davide, questo post).
Come fare a trovarli?
Allora, Il sogno della camera rossa è disponibile, in italiano, in edizione Einaudi. Bellissima, ma il cartaceo costa un botto. Molto più abbordabile l'ebook, a €2.99 (per questo prezzo, fateci davvero un pensiero).
I libri della Larsen non si trovano in ebook, né in lingua originale, né - ma figuriamoci! - in italiano.
Per quel che riguarda il cartaceo, in italiano sono stati tradotti Silk Road (Lungo la via della seta) e The bronze mirror (Lo specchio di bronzo), Manchu Palaces non è mai arrivato da noi. Sono vecchie edizioni Rizzoli e non  penso siano facilissimi da trovare, né ho idea della qualità della traduzione.
Io, che preferisco leggere in inglese per un mucchio e mezzo di motivi, sono andata in caccia su ebay e sono stata baciata dalla fortuna: con pochi spiccioli mi sono portata a casa tutti e tre (anche se di Silk Road ho l'edizione economica, mentre degli altri due la copertina rigida).
Per quel che riguarda The Ghost Bride - e il consiglio è leggetelo! leggetelo! leggetelo! - si trova senza problemi in ebook, anche se il prezzo non è proprio popolare, specie ora con Netflix in pista (€ 7.69). Io l'avevo preso con un fortunatissimo Humble Bundle, quindi l'ho pagato una scemenza. Invidiatemi.

giovedì 2 gennaio 2020

Buoni propositi per l'anno nuovo.


Beh... che dire?
2020
Dall'ultima volta qui è passato un sacco di tempo e sono successe un sacco - ma davvero un sacco! - di cose.
In pratica, mi si è stravolta la vita (in meglio).
No, nessun altro pargolo (Davide, che è meraviglioso, adesso ha quattro anni, la passione per i gatti e le pale eoliche e un sacco di opinioni ben precise, basta e avanza!), ma...
- ho cambiato lavoro: ora sono dipendente in un ente statale... a Genova. Ciao ciao libera professione, ciao ciao partita IVA. Tutte le mattine alle cinque e un quarto la sveglia suona e io inizio la trafila (due autobus e un treno) per arrivare al lavoro. Quando finisco, affronto il percorso inverso (tre treni in tutto) per tornare a casa. Amo moltissimo il mio lavoro, ho dei colleghi fantastici (sì, adesso ho anche dei colleghi!), ma devo dirlo: Trenitalia è la dimostrazione che la realtà supera la fantasia, soprattutto quella più orrida;
- ho cambiato casa, anzi, abbiamo comprato (e ristrutturato) una casa. Il risultato? Sono diventata una maniaca dell'ordine e del pulito, preparo dolci e stiro perfino, il mio compagno ancora non si capacita;
- leggo un mucchio (bene), scrivo pochissimo (male) e ho sviluppato una seria dipendenza da k-drama. E quando dico seria intendo 'ben oltre il limite dell'ossessione'. D'altronde, ho tre ore di treno al giorno da occupare.
Comunque, come da titolo, ho deciso di riprovarci e di farlo iniziando con i buoni propositi dell'anno.
No, questa volta niente 'perderò dieci chili', né 'la smetterò di mangiare Nutella' (tanto non lo faccio).
Quest'anno, mi limiterò a un solo proposito: quello di risparmiare. E per farlo, ho investito dodici euri in questo:
Si chiama Kakebo, è giapponese e ti dovrebbe aiutare ad evitare di spendere i soldi in... vogliamo dirlo? Scemenze.
È una specie di registro nel quale annotare - a penna e senza barare! - sia le proprie entrate che le proprie uscite, suddivise in fisse (da inserire nel prospetto all'inizio del mese) e in variabili. A loro volta, le variabili sono classificate in 'di prima necessità', 'optional', 'libri, cultura e tempo libero' e 'spese mediche e imprevisti'.
Ogni mese ha una pagina iniziale, nella quale si inseriscono le entrate e le uscite fisse. Una semplice sottrazione ti dà già la misura di quanti soldi hai a disposizione. Hai uno spazio dove annotare come pensi di risparmiare... e quanto vorresti risparmiare.
Poi ci sono i prospetti settimanali (che dovrebbero essere compilati quotidianamente, meglio se a sera. Il minimo sindacale è almeno due volte a settimana).
Si devono classificare i vari importi, facendo attenzione anche ad annotare se si sono usati contanti o carte di credito.
E si devono fare le somme, quindi si è obbligati a rendersi conto di quanto si spende e come.
Ad esempio, la colazione al bar ogni mattina mi viene a costare - in media - oltre 60€ al mese. Evitabilissimi, visto che ho preso l'abitudine - il venerdì - di fare un dolce tipo ciambellone o plum cake per la colazione di Davide: me ne taglio una bella fetta e poi, complice un pratico thermos (regalo di Natale ad hoc di mio cognato), mi porto dietro pure il mio infuso preferito.
E gli abbonamenti? Fra Kindle Unlimited, Amazon Music Unlimited e Audible se ne andavano altri 30€... per qualcosa che non uso. Perciò, ci ho dato un taglio: tutti via. Beh, non proprio tutti, in realtà: Netflix e Prime li ho tenuti. Ci ho riflettuto, ma Netflix lo uso parecchio e anche Prime mi è utilissimo in periodi di regali (Natale, compleanni e festività varie), senza contare che Davide adora i cartoni che ci sono su Prime Video.
E poi c'è il capitolo 'pasti'. Per ovvi motivi, pranzo fuori tutti i giorni e, anche se ho dei buoni pasto, ci rimetto sempre su qualcosa (e non sto parlando solo di soldi, ma anche di chili). Perciò, a meno di circostanze eccezionali, d'ora in avanti mi preparerò la gamella a casa e basta con panozzi, hamburger e ristorante cinese.
Per il resto, a parte una follia natalizia (se vuoi dei bei regali, fatteli da sola) che ho covato per anni e che è arrivata oggi (yay!) e che aspettavo con ansia, non ho grosse spese in termini di vestiario e scarpe (non sono meravigliosamente belli? sono durissimi e mi distruggeranno i piedi, ma che spettacolo!).
Mi terrò alla larga da Kiko (potrei aprire un franchising con tutti i cosmetici e gli smalti che ho) e pure dagli ebook. Sì, dagli ebook: prima si finisce quello che ho già nel Kindle e poi si parla di acquistare cose nuove (comunque adesso sto leggendo un cartaceo, Manchu Palaces di Jeanne Larsen. Quella donna è un genio, potrei farci un post, prossimamente).
In sostanza, questi sono i miei buoni propositi, questa sono io e mi sa che sono tornata!

giovedì 22 settembre 2016

Oggi è il Fertility Day e non c'è un cazzo (letteralmente) da festeggiare.

Ai miei tempi, ti diceva culo se, quando ti venivano le mestruazioni la prima volta, era già successo a una tua amica, almeno avevi un'idea di quel che stava succedendo e non pensavi di morire dissanguata alla vista di quelle macchie nelle mutande.
Ai miei tempi, ti diceva SOMMO culo, se tua mamma ti aveva avvisato prima di quel che poteva succederti.
Ai miei tempi, ti diceva  FANTASCIENTIFICO culo se mamma ti informava che no, non era dalla pancia che veniva fuori tutta quella roba, ma dall'utero (e tu non sapevi neanche di avercelo, un utero, figuriamoci tutto il resto).
Ai miei tempi ti diceva APOCALITTICO culo se mamma si prendeva la pena di spiegarti che c'era uno stretto legame fra mestruazioni (o meglio, 'le tue cose') e il fare bambini.

[Dopo (che ti fosse venuto il coccolone o meno, che avessi pensato di morire dissanguata o meno), mamma ti spiegava che sarebbe successo una volta al mese e te le dovevi tenere tutta la vita e benvenuta nel mondo dei grandi.]

E non c'è neanche da fargliene una colpa, a queste mamme, perché magari certe cose non le sapevano nemmeno loro. Perché, che accidenti ne potevano sapere le loro mamme - che avevano forse la terza elementare, avevano passato una guerra e vissuto in un'epoca storica nella quale c'erano cose più serie cui pensare tipo mettere insieme pranzo e cena?
Onestamente?
Non credo che oggi le cose siano cambiate poi tanto, ma questa è una sensazione mia, non basata su dati oggettivi e prendetela per quel che vale. 
Con la differenza che noi non abbiamo la terza elementare a stento. Non abbiamo vissuto una guerra. E abbiamo accesso non solo a un'istruzione, ma anche a una massa di dati e informazioni così grande che a stento riusciamo a concepirla.
Non è che sto qui a tediarvi con le mie reminiscenze di quarantenne così tanto per.
È che oggi è il famigerato Fertility Day.
Sorvolerò sulle pernacchie che il Ministero (nella persona della sua titolare) si è presa dall'universo mondo, virtuale e non, italiano ed estero, giudicate da soli se se le sia meritate o no.
Il fatto è che quello della fertilità, o meglio, dello spettro della crescita zero che si avvicina sempre più, è un grosso problema.
Facciamo pochi figli, li facciamo tardi, siamo disinformati su tutto quello che concerne la fertilità (e, secondo me, la sfera sessuale in genere) e l'Italia diventa sempre più un paese di vecchi.
MA.
Ma non è così che si approccia la questione.
Prima di tutto, ci si deve rendere conto che il problema 'fertilità' necessita di un approccio multidisciplinare: non solo sanitario, ma anche sociologico ed educativo - tanto per dirne un paio.
Perché c'è un'enorme confusione anche solo su una cosa apparentemente semplice come il ciclo mestruale: sì, in media 28 giorni, ma come si contano? Quali sono quelli fertili? Quali sono le varie fasi?
E il machismo italiano - parliamo dell'altra metà del cielo per una volta  - non aiuta. Una volta, per esempio, ci pensava la visita militare a diagnosticare il varicocele, una patologia che, se trascurata, può portare all'infertilità. Adesso... adesso mentre le ragazze - quelle più informate, quelle con una mamma consapevole - vanno dalla ginecologa, i ragazzi non vedono un andrologo a meno che non ci siano problemi gravi. Le ragazze si fanno controllare, ma per quanto riguarda i ragazzi si dà per scontato che tutto funzioni bene e no, non sempre è così.
Parliamo di educazione. Di educazione sessuale
Che andrebbe fatta nelle scuole, perché l'età cui ci si approccia al sesso è sempre più precoce e questi ragazzini sono del tutto inconsapevoli dei rischi che corrono e non sto parlando di gravidanze indesiderate, ma di malattie sessualmente trasmissibili.
Anche a me hanno detto e ripetuto che 'si deve aspettare a farlo con la persona giusta' e ' non ci si deve buttare via', ma (possiamo essere d'accordo o meno), non è una buona scusa per lasciare che i nostri figli si avventurino in questo territorio inesplorato privi delle minime nozioni e della minima consapevolezza.
Non si può nascondere la testa sotto la sabbia a questo modo, c'è la loro salute, in ballo.
Eppure, no, non riusciamo ad avere l'educazione sessuale nelle scuole perché i cattogenitori ogni volta si ribellano... come se i loro figli non ci finissero, nei casini.
E poi - la faccio breve - è un problema sociale.
Di emergenza sociale.
I figli costano, costano tanto. Fa male dirlo, ma i figli sono un lusso.
Mancano le tutele, le strutture, le politiche di supporto alla famiglia. Manca la sicurezza, del presente e del futuro.
Infine, è anche un problema sanitario e permettetemi una parentesi: che ci vogliamo aspettare da un paese che consente agli obiettori di coscienza di fare i ginecologi?
Io, l'ho già detto, ho esperienza di infertilità e so cosa vuol dire iniziare un percorso di procreazione medicalmente assistita in Italia. È pesante, psicologicamente pesante.
Senza entrare nel merito della legge che la regolamenta - abominevole - dirò soltanto una cosa: ci sono tempi d'attesa biblici. Mesi e mesi in lista.
Ti capita di chiamare per prenotare la visita per la redazione del piano terapeutico di stimolazione ormonale e sentirti dire 'non ci sono posti liberi, deve provare a richiamare fra un po' di tempo, vediamo se si sono riaperte le liste'. Intanto il tuo orologio biologico ticchetta sempre più forte e tu sei lì, al palo, costretta ad aspettare le lungaggini di un sistema sanitario che - evidentemente - non funziona.
Se hai i soldi, scappi all'estero.
Se non ce li hai, continui ad aspettare e, nel frattempo, ti disperi e invidi ogni pancione, ogni carrozzina, ogni passeggino.
E poi un giorno arriva il Ministero della Salute italiano (gestito da una che ha fatto due gemelli a 44 anni e che, si suppone, certe cose le capisca) e ti schiaffa in faccia una cartolina con una tipa che si tiene la manina sulla panza, ti mostra una clessidra e accanto ha una scritta a caratteri cubitali :"La bellezza non ha età, la fertilità sì".
(Sorvoliamo sulle altre, quella del figlio unico è agghiacciante.)
Non ci vogliamo sentire neanche un po' presi per il culo?
In conclusione, oggi è il Fertility Day.
Ma siccome io ho quarant'anni, mi ha già detto culo - ma tanto tanto culo - di farne uno, di figlio, e di un altro, ammesso che venisse, non se ne parla perché non ce lo possiamo permettere, fingerò di non saperlo. 
E domani, come ogni venerdì, mi ricorderò di sostituire il cerotto anticoncezionale.

venerdì 9 settembre 2016

Decluttering & Ikea hacking

Avete presente quando arrivate a sentirvi soffocare perché intorno a voi c'è semplicemente troppa roba?
Quando vi rendete conto che un determinato oggetto gira per casa vostra da tempo immemorabile perché "potrebbe tornare utile", ma, di fatto, non lo è mai stato?
Quando non c'è mai niente in ordine non perché manca lo spazio, ma perché - e lo sapete perfettamente in partenza - è organizzato in modo pessimo?
Ecco, se vi succede questo, avete bisogno di un buon decluttering.
Che è esattamente quel che sta succedendo a me, sia in ufficio che a casa.
Perciò mi sono lanciata in un progetto in grande stile (e lungo termine).
Primo: il decluttering, altrimenti detto 'buttare roba'.
Sto facendo una cernita di quel che ho, una cernita impietosa: se in 10 anni non mi è mai servito, ci sono ottime probabilità che continui ad essere così, perciò via. Libri, giornali, vestiti, oggetti, scarpe. Nulla si salva.
Gente, liberarvi del superfluo è un sollievo, lo sapete? Vi fa sentire più leggeri, si respira meglio.
Ho iniziato a farlo a casa, adesso lo sto facendo in ufficio. Per ragioni facilmente comprensibili, finire il decluttering di casa mi prenderà moooolto più tempo.
Secondo: l'analisi.
È un passo fondamentale per portare a buon fine il restyling e non bisogna avere fretta di completarlo per passare alla fase successiva.
Ho preso il mio Fire, a proposito, è meraviglioso, ho aperto Jotterpad (ottima applicazione, by the way) e creato un file per ciascuna stanza di casa - e per l'ufficio.
E mi sono posta quelle che chiamo "le tre domande fondamentali".

1. per quali attività utilizzi la stanza?
2. quali sono le cose che non vanno, che non funzionano?
3. che cosa ti serve e come puoi correggere quello che non va?

Ho anche inserito un capitoletto che ho chiamato "Raw ideas", cioè spunti la cui fattibilità va verificata.
Sono file in continuo aggiornamento. Ad esempio, stamattina mi è venuto in mente una cosa molto semplice: ogni volta che si tratta di andare a fare la spesa, perdiamo tempo prezioso a fare il giro di tutta casa per 'vedere cosa manca' (e puntualmente ci dimentichiamo qualcosa). Ma se trasformassi il frigo in una lavagna magnetica, in modo da scrivere immediatamente lì sopra quando qualcosa finisce, non sarebbe meglio?
Oppure: in casa il bagno è lungo e stretto. Molto stretto. Mancano gli spazi, quindi non possiamo tenerci, che so, il ricambio della carta igienica o gli asciugamani puliti. L'unico punto in cui inserire eventualmente un mobiletto è nella parte in fondo... ma non deve essere più largo di 28 centimetri. Sto pensando a un hacking... ma questo ve lo spiego dopo.

Terzo: la progettazione preliminare.

Progettare degli spazi, ho scoperto, non è semplicemente inserire dentro i mobili tenendo conto di come è fatta la stanza, ma qualcosa di infinitamente più complesso che coinvolge le necessità pratiche - ovviamente -, le necessità psicologiche (di cosa hai bisogno? di uno spazio che ti faccia sentire efficiente, di uno spazio che ti serva da rifugio?) e anche di quelle 'di rappresentanza' (ad esempio, che idea si fa, di te, chi entra nel tuo ufficio e vede come è arredato? o in casa tua?).
Ovviamente, la parte progettuale è quella più entusiasmante, ma è anche quella da approcciare con maggior cautela, come ho detto, è fondamentale prendersi il tempo per analizzare bene l'utilizzo dello spazio in relazione alle attività, per distinguere gli elementi che funzionano da quelli che proprio non vanno.
E poi ci vuole "visione".
Per esempio, mettiamo che ci sia una concezione o uno stile particolare che vi piace.
Nel mio caso, io sono da sempre affascinata dal Giappone e dal minimalismo delle case tradizionali. Dall'uso che fanno degli spazi vuoti, dall'idea di linee pulite. Dalla semplicità che diventa eleganza.
Per quanto riguarda i materiali, mi piacciono quelli naturali, legno e fibre, e i colori chiari.
Perciò, per il mio ufficio, credo che mi ispirerò a questa concezione.
Il mio ufficio ha tre pareti bianco candido e una - quella alle mie spalle - lilla chiarissimo.
Il pavimento è un finto parquet  in laminato. Non è una bellezza strepitosa, ma non ti trasmette il freddo della piastrella (e la graniglia anni 60 io la odio).
La progettazione preliminare deve comprendere  - per forza - anche una serie di schizzi e di prove. Nella fase più avanzata, userò il CAD in 3D e farò un po' di rendering. Visto che ho gli strumenti, non vedo perché non utilizzarli. (Ci sono delle app carine, comunque, che ti permettono di creare la stanza e arredarla).
E qui veniamo a uno dei punti nevralgici.
L'hacking.
L'hacking dei mobili.
Allora, diciamo che possiamo vederla da due punti di vista.
Il primo: non avete molti soldi da spendere ma volete qualcosa di carino. Che fate? Ovvio, andate sul sito Ikea... e non trovate quello che vi serve. Quasi, ma non proprio al 100% quello che vi serve. Per esempio, sulla parte dei mobili da ufficio e studio non è che ci sia tutta questa varietà e, diciamocelo, le scrivanie sono proprio brutte.
MA.
Ma chi l'ha detto che uno la scrivania non se la possa progettare e costruire usando mobili che, in realtà, sarebbero... per altre stanze?
Chi l'ha detto che sono obbligata a prendere una cassettiera per ufficio quando le dimensioni più adatte alle mie esigenze sono quelle di una cassettiera di cucina?
Signore e signori, ecco a voi l'Ikea hacking.
cioé come prendere tre di questi con i loro accessori in dotazione (cassettiere)
La foto viene da qui
un piano da cucina, un foglio di MDF, quattro piedini per mobili da cucina e realizzare questo.
 
La foto viene da qui
Meraviglioso, vero?
Una volta capito che non c'è praticamente limite alle modifiche che puoi fare - i mobili Ikea sono relativamente poco costosi e spesso molto semplici, quindi modificarli è facile - puoi creare ciò che ti serve, delle dimensioni più adatte alle tue necessità.
Come la vuoi la scrivania? Vuoi il ripiano di legno massiccio ma andare a comprarla costa troppo? Usa un ripiano per tavoli componibili Ikea oppure, se non hai bisogno di larghezze eccessive, un piano da lavoro per la cucina.
I Kallax - quello scaffaletto lì sopra - si prestano bene anche a fungere da appoggio per la scrivania. La serie comprende diversi elementi e quelli a colonna - uno con una fila singola e uno con due file di riquadri - possono essere disposti sia in verticale che in orizzontale. Non ti servono i riquadri tutti uguali, ma sfrutteresti meglio lo spazio in altro modo?
Voilà.
 
L'immagine viene da qui  
Non vi piace la selezione di colore che propone Ikea? Non ci sono problemi! I mobili in legno, una volta carteggiati e trattati con il primer possono essere colorati facilmente o trattati con il mordente, mentre quelli laccati o impiallacciati possono essere modificati con l'uso di carte adesive colorate, tipo Panyl.
 
L'immagine viene da qui
 
 
Soprattutto bisogna rendersi conto che un mobile progettato per un certo uso - che ne so, una scarpiera - non possa diventare anche altro.
Quello che conta sono le dimensioni e il modo in cui puoi sfruttare lo spazio interno per le tue esigenze.
Ah, e non vi dico che idee per le camerette dei bimbi...
Insomma, fioccano le idee, l'entusiasmo è a mille, ma anche la voglia di portare a termine il progetto nel modo migliore: senza fretta.
Con l'ambizione di creare qualcosa di perfettamente adatto a me e unico al mondo.

martedì 6 settembre 2016

Je suis Charlie... o anche no.

Quando la sede di Charlie Hebdo è stata colpita da attacco terroristico, su Fb è stato un florilegio di messaggi di indignazione, bandiere francesi usate come avatar e "Je suis Charlie" da tutte le parti.
Io mi sono rifiutata.
Non perché non reputassi orrendo e vile quel che è successo, ma perché ritengo che lavarsi la coscienza sui social all'irrisorio prezzo di qualche condivisione sia uno sputo in faccia a chi la tragedia l'ha vissuta sulla propria pelle. 
(Come, ad esempio, quell'immonda stronzata delle foto in bianco e nero per combattere il cancro.
Se vi mettete a posto la coscienza e pensate di aver fatto il massimo possibile condividendo una foto b/n con scritto 'sfida accettata', beh... il minimo che vi si possa dire è che siete dei pecoroni superficiali.)
Comunque, pochi giorni fa è comparsa in rete questa vignetta.
L'effetto è stato devastante, i leoni da tastiera si sono svegliati ruggendo e hanno tuonato contro i "francesi bastardi mangiarane", hanno augurato loro mille morti, una più atroce dell'altra. Improvvisamente, i "Je suis Charlie" si sono trasformati in "hanno fatto bene ad ammazzarvi come cani".
L'odio da tastiera è un altro fenomeno che mi spaventa molto, ma di quello parlerò un'altra volta. Scopo di questo post è tutt'altro.
Purtroppo questa vignetta - che è disturbante, provocatoria e cinica - ha scatenato gli analfabeti funzionali (che spesso coincidono con i leoni da tastiera, avete notato?).
E siccome l'indignazione è merce da poco, ne abbiamo lette di ogni.
Io, che di mestiere faccio il geologo, prima di dirvi cosa ne penso e come ho letto la vignetta, vi metto qui un po' di dati scientifici.
Ripeto: DATI. Vi faccio lo spelling: d-a-t-i.
Non ci vuole tanto, basta usare internet nel modo giusto (che, fra l'altro, non è condividere foto contro il cancro, gattini carini mentre si augura l'annegamento agli immigrati sui barconi, oppure teorie antivacciniste).
L'evento sismico del 24/08 ha avuto una magnitudo 6.0 e l'ipocentro è situato a una profondità stimata di 8 chilometri. La zona è in piena catena appenninica, che è una catena montuosa attiva e quindi sismicamente si tratta di una zona a rischio.
Morti (fino ad adesso): 293.
Sfollati: circa 2500.
Il 90% del patrimonio edilizio si è sbriciolato. Edifici pubblici quali municipi, ospedali, caserme (che per la legge sono ritenuti strategici) sono inagibili.
Adesso facciamo una ricerchina, una veloce. 
Vi faccio il Mucciaccia della situazione.
Andiamo sul sito INGV - se siete un minimo interessati alla cosa sapete benissimo come raggiungerlo - e accediamo alla lista dei terremoti. 
Fatto? Benissimo, bravi, sette più.
 Ora la difficoltà aumenta, gli analfabeti funzionali iniziano a sudare: si tratta di effettuare, ohimeme, una ricerca personalizzata.
Impostiamo una finestra temporale di un paio di anni, diciamo dal gennaio 2014 ad oggi. Cerchiamo terremoti con intensità da 6.0 a 6.2, facciamo contenti quei dementi che "l'INGV ha sottostimato la magnitudo così lo stato non paga". Per quanto riguarda la profondità dell'ipocentro, mettiamolo da 5 a 10 chilometri.
Fatto? Ma dai, mi state meravigliando.
Adesso premete il tastino 'Cerca' e... voilà, una bella listina.
Ve la riporto, per comodità, in una tabella (ho tolto l'orario, lasciando soltanto la data).
Time
Latitude
Longitude
Depth/Km
Author
MagType
Magnitude
Event LocationName
2014-02-03
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20.31
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INGV
Mw
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10.0
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INGV-
CSEM
mb
6.1
Santa Cruz 
Islands region
2014-05-05
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99.683
7.4
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INGV-
USGS
Mw
6.0
Thailand
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-137.15
10.0
SURVEY-I
NGV-
GEOFON
Mw
6.0
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United States
2014-08-03
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SURVEY-
INGV-
USGS
Mw
6.1
Yunnan, China
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-7.31
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10.0
SURVEY-
INGV-
CSEM
Mw
6.2
Timor 
Sea
2014-08-18
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INGV-
USGS
M
6.2
Iran-Iraq 
border 
region
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SURVEY-
INGV-
USGS
M
6.0
Iran-Iraq 
border
 region
2014-08-24
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-122.2
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SURVEY-
INGV
Mw
6.0
Near coast of
 northern 
California,
United States
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-173.19
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SURVEY-
INGV
Mw
6.2
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region
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INGV-
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mb
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 East 
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SURVEY-
INGV
Mwp
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 Solomon
 Islands
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INGV
Mwp
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Yunnan, China
2014-10-08
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-108.377
9.8
SURVEY-
INGV
Mwp
6.1
Baja 
California, 
Mexico
2014-11-10
-22.78
171.44
10.0
SURVEY-
INGV-
USGS
Mw
6.1
Southeast of 
Loyalty 
Islands
2014-11-13
-15.307
173.167
10.2
SURVEY-
INGV
Mwpd
6.1
Fiji Islands
 region
2015-01-07
5.89
-82.82
10.0
SURVEY-
INGV-
GEOFON
M
6.0
South of 
Panama
 [Sea]
2015-01-30
-21.27
170.27
10.0
SURVEY-
INGV
Mwp
6.1
Southeast of 
Loyalty 
Islands 
[Sea: Vanuatu]
2015-05-05
-5.36484
151.727
10.2
SURVEY-
INGV-
A
mb
6.0
New Britain, 
Papua
 New Guinea, 
region 
[Land: 
Papua New Guinea]
2015-06-10
39.665
143.591
10.0
SURVEY-
INGV-
A
Mwp
6.0
Off east coast 
of Honshu, 
Japan [Sea]
2015-06-11
39.6334
143.376
10.0
SURVEY-
INGV-
A
Mwp
6.0
Off east coast of Honshu, 
Japan [Sea]
2015-07-29
8.21602
-77.2418
9.8
SURVEY-
INGV-A
Mwp
6.0
Panama-
Colombia 
border region
 [Land: Colombia]
2015-09-08
-33.0398
-178.216
10.2
SURVEY-
INGV-A
Mwp
6.1
South of 
Kermadec
 Islands 
[Sea: 
New Zealand]
2015-09-16
-31.59
-71.91
10.0
SURVEY-
INGV-USGS
mb
6.2
Near coast 
of central
 Chile 
[Sea: 
Chile 
(Peruvian 
point of view)]
2015-09-19
-29.5523
-71.9185
10.2
SURVEY-
INGV-A
Mwp
6.1
Near coast of 
central Chile
[Sea: 
Chile 
(Peruvian 
point of view)]
2015-10-18
-16.1367
-173.108
10.2
SURVEY-
INGV-A
Mwp
6.2
Tonga Islands [Sea]
2015-12-19
-18.3164
169.323
10.2
SURVEY-
INGV-A
Mwp
6.1
Vanuatu Islands [Sea]
2016-02-14
-43.4742
173.096
10.2
SURVEY-
INGV-A
Mwp
6.0
Off east coast of 
South Island, 
New Zealand [Sea]
2016-02-22
-30.4383
-71.7747
10.2
SURVEY-
INGV-A
Mwp
6.1
Near coast of 
central Chile 
[Sea: 
Chile 
(Peruvian 
point of view)]
2016-04-01
-3.55078
144.738
10.2
SURVEY-
INGV-A
Mwp
6.1
Near north 
coast of 
New Guinea, 
Papua 
New Guinea [Sea]
2016-04-05
4.14141
126.077
10.2
SURVEY-
INGV-A
Mwp
6.1
Talaud Islands,
Indonesia [Sea]
2016-04-14
32.69
130.735
10.0
SURVEY-
INGV-A
Mwp
6.1
Kyushu, Japan
2016-04-30
-16.4883
167.205
10.2
SURVEY-
INGV-A
Mwp
6.1
Vanuatu Islands 
[Sea: Vanuatu]
2016-05-20
-25.5199
129.826
9.8
SURVEY-
INGV-A
Mwp
6.0
Northern Territory, 
Australia 
[Land: Australia]
2016-06-09
-11.3309
116.195
9.8
SURVEY-
INGV-A
Mwp
6.1
South of 
Sumbawa, 
Indonesia 
[Sea: Indonesia]
2016-08-20
40.3787
143.674
10.0
SURVEY-
INGV-A
Mwp
6.2
Off east coast of 
Honshu, 
Japan [Sea: Japan]
2016-08-24
42.6983
13.2335
8.1
BULLETIN-
INGV
Mw
6.0
Rieti
 
L'avete letta tutta? Ci siete riusciti? Ma bravi.
Lasciamo per un momento da parte la questione del tipo di magnitudo e concentriamoci sul "dove". Ora vi complico le cose.
Prendiamo il terremoto in Grecia, quello del 3 febbraio 2014. Magnitudo 6.1, profondità 10 chilometri... e cerchiamo un po' in rete.
Troviamo intanto che c'era stata una scossa precedente (il 26/01) di intensità Richter 6.3, che l'epicentro è a Cefalonia - vicino alla capitale Argostoli. Cercando in rete - sia in italiano che in inglese, cosa si apprende? Che sì, ci sono stati parecchi danni ad edifici, strade e infrastrutture. Che si sono avute anche frane sismogenerate e fenomeni di liquefazione.
E che ci sono stati 16 feriti lievi, più che altro a causa della caduta di oggetti. Cefalonia è una piccola isola, con una popolazione, all'ultimo censimento, di circa 36.000 persone, un terzo delle quali vive nella capitale, Argostoli.
Vi faccio notare: 16 feriti, nessun morto.

Non vi basta? Allora ripetiamo il giochino: lasciamo perdere il secondo, per un momento, guardiamo il terzo. Thailandia, 5 maggio 2014.
Le immagini, me lo ricordo bene, erano devastanti. Templi e case sbriciolati. Il terremoto ha interessato un'area densamente popolata: il distretto di Mae Lao conta circa 30.000 persone e la città di Chiang Rai, che si trova a 27 chilometri dall'epicentro conta quasi 200.000 abitanti.
Volete sapere quanti morti? Uno. Molti feriti, ma una sola vittima.

Prendiamo un terzo terremoto, Cina, provincia dello Yunnan, agosto 2014. Quella di Yunnan è una provincia montagnosa e poverissima, che fa parte di una zona ad alto rischio sismico, colpita da diversi terremoti devastanti. Questo, in particolare ha causato più di 600 morti, un centinaio di dispersi e decine di migliaia di sfollati (alcune fonti dicono 30.000, altre 50.000). Pensate che sia peggio di quello che è successo a Rieti? E allora vi metto un po' di cose in prospettiva: la provincia di Yunnan inta conta quasi 46.000.000 di abitanti. Se ci limitiamo a considerare la sola Contea di  Ludian, parliamo di quasi 300.000 persone.

Se volete continuo. Ancora uno, uno più recente?
14 aprile 2016. Kyushu Giappone. Sì, sì, non vale perché si sa che in Giappone sono avanti sull'antisismico. Ve la faccio breve: 49 morti, 3000 feriti, in una sequenza sismica che comprende un foreshock di magnitudo intorno a 6.0, ma con la scossa principale (due giorni dopo) di magnitudo 7. Kumamoto, la città più vicina all'epicentro conta una popolazione di oltre 700.000 abitanti.

Fatevi due conti. Si tratta di una divisione, nulla più. Mettete a numeratore (per gli analfabeti funzionali: di sopra), i morti. E mettete a denominatore (per gli analfabeti funzionali: di sotto), il numero totale di persone.
Ok, ho capito, ve lo faccio io, almeno per i quattro terremoti che vi ho citato.

Cefalonia: nessun morto.
Thailandia: 1/30.000 = 0.000033
Yunnan: (617+112)/300.000 = 0.00243
Kyushu: 49/700.000 = 0.00007

E no, non ve li esprimo con le potenze del dieci, che vi fonderei il cervello.

Se ancora non avete capito dove voglio andare a parare, adesso vi faccio un po' di storia.
Storia d'Italia.
Storia Sismica.
L'Italia è un paese a forte rischio sismico, ce l'hanno ripetuto in tutte le salse. 
Perché?
In breve, per via della tettonica a zolle. E per via del fatto che in un posto molto piccolo (relativamente parlando) che è il Mediterraneo, due grandi placche, la africana e la eurasiatica, fanno testa a testa. I risultati sono: la catena alpina, la appenninica, una serie di faglie sotto la Pianura Padana e il vulcanismo in Italia meridionale (Etna, Vesuvio, Stromboli e compagnia).
Ci sono sempre stati, in Italia, i terremoti. Il buon Mercalli - che era un prete studioso - compilò un catalogo degli eventi sismici, sulla base del quale elaborò la scala poi modificata da Cancani e Sieberg, utilizzando, per i terremoti più antichi, notizie rinvenute, ad esempio, nei registri parrocchiali.
Da studiosa, trovo peculiare lo stilare una scala di misura che si basa sui danni provocati dal terremoto.
Un terremoto devastante in una zona desertica risulterà meno distruttivo che non un sisma modesto in una zona ad alta densità abitativa e con un patrimonio edilizio altamente vulnerabile. E se pensate che questo non importi granché, ricordatevi una cosa: le mappe di rischio sismico si basano anche sull'assunto che c'è una maggiore probabilità di avere un terremoto se una zona è già stata colpita.
Immaginiamo una zona di campagna dove non ci sia più o meno un accidente. Sismicità storica presente, ma grado Mercalli basso. Fantastico, cambiamo la destinazione urbanistica, ci facciamo un bell'insediamento industriale, bello grosso, magari con cose anche inquinanti, tanto è tutto stabile. Peccato che i terremoti storici avessero un'alta energia. E quindi... noi ci aspetteremmo pochi danni - oh, Mercalli dice che siamo in grado 2! - e invece... e invece succede un patatrac.
La magnitudo infatti - che, lasciatemelo dire, NON SI MISURA - è una stima dell'energia meccanica sprigionata, basata sull'ampiezza delle onde sismiche registrate. Un terremoto di magnitudo 6 Richter è tale, sia che avvenga in un deserto che in una zona popolosa.
In altre parole, la magnitudo è un parametro oggettivo.
Detto questo, la storia d'Italia è costellata di terremoti. Lasciamo perdere quello di Messina del 1908 - probabilmente il più grave dell'intero Mediterraneo, con annesso tsunami - e limitiamoci ad alcuni esempi del XX e XXI secolo.
Pronti?

Belice, 1968 - Magnitudo: 6.1, Profondità ---, 370 morti.
Friuli, 1976 -  Magnitudo: 6.4, Profondità 6 km, 989 morti.
Irpinia, 1980 - Magnitudo: 6.5, Profondità: 30 km. 2914 morti.
Marche e Umbria, 1997 - Magnitudo: 6.1, Profondità: 10 km. 11 morti.
Molise, 2002 (San Giuliano di Puglia) - Magnitudo: 5.8, Profondità: --- km. Morirono 30 persone, di cui 27 bambini nel crollo della scuola.
L'Aquila, 2009 - Magnitudo: 5.9, Profondità: 8.8 km. 309 morti
Pianura Padana, 2012 - Magnitudo: 5.8, Profondità: 6.3 km. 30  morti
Rieti/Ascoli Piceno, 2016 - Magnitudo: 6.0, Profondità: 8 km. 295 morti bilancio provvisorio.

Se volete vi faccio anche il calcoletto. Se volete, vi metto a rapporto il numero di morti e il numero di persone coinvolte. Secondo me, ve ne pentirete, ma sapete che c'è? Ve lo voglio sbattere in faccia.
Limitiamoci ai terremoti del XXI secolo, perché sto già abbastanza male così.

Pianura Padana: 20/59028 = 0.00033
L'Aquila: 309/303239 = 0.001
San Giuliano: 30/1050 = 0.028
Rieti/Ascoli Piceno: 295/20240 = 0.014

Come vedete, solo il terremoto dell'Emilia ha un valore paragonabile a quelli trovati per i sismi in Grecia, Thailandia, Cina e Giappone. Gli altri valori sono nettamente più alti.
Che vuol dire? Che c'è meno gente, eppure ci sono più morti.
Chiedetevi il perché, avanti, chiedetevelo.
E quando vi sarete dati una risposta, bene... saprete cos'è il sisma all'italiana. A quel punto, leoni da tastiera con l'indignazione pronta a uscire dal taschino, scegliete un bersaglio migliore per i vostri strali e, già che ci siete, fate qualcosa di diverso. Non limitatevi a pigiare tasti mettendo insieme invettive sgrammaticate: nel vostro piccolo, cercate di cambiare le cose.
Cercate, per esempio, di essere meno furbi e più onesti.
Pretendete il rispetto delle normative, perché le normative ci sono, anche se costa di più. Perché poi, nelle case finte antisismiche costruite o ristrutturate a risparmio, ci andate voi.

Ah... un'ultima cosa. Io ho usato dei DATI. Si trovano in rete, se ci si prende la pena di cercarli.
E, per inciso, la storia della magnitudo ridotta così lo stato non paga è una puttanata.
Vergognatevi.