martedì 13 agosto 2013

Girls just wanna have fun.

Questa è bella e vi lascerà a bocca aperta, soprattutto visto il post di ieri.
Mentre la revisione-inglesizzazione di Kismet procede (e forse procederà anche in crociera), ho appena partorito un'altra delle mie folli idee.
Ora, mettiamoci il cappello bianco (sto leggendo Sei cappelli per pensare e ve ne parlerò) e iniziamo dai fatti.
  1. il romance è un genere molto strutturato, specie oggigiorno. (Sarebbe un modo carino per dire che le trame sono tutte uguali.)
Ora voi vi chiederete: cosa c'entra il romance, adesso? C'entra, c'entra.
C'entra perché ho deciso di provare a scriverne uno.
No, non sono impazzita. Ho sempre il cappello bianco in testa, ragion per cui vado a spiegarmi.
Innanzitutto, sgombriamo il campo dai fraintendimenti: non è una questione di "scrivo un romance e faccio i fantamiliardi". Non è nemmeno una questione del "scrivo un romance e riformo il genere". Oppure "visto che la fantascienza in Italia non tira, provo con un genere di moda".
Lo leggerà solo la persona che lo scrive con me (non ve l'avevo detto? Ho coinvolto qualcun altro in questo folle progetto): non credo avrò il coraggio di chiamare in causa le mie fedeli Socie - con tutto che loro di mie schifezze se ne sono sorbite a iosa! Quindi rilassatevi, non sto cedendo al lato oscuro dell'editoria.
Detto fuori dai denti non ho un gran rispetto per il romance. Quello moderno, intendo. Lo trovo scemo. Parecchio scemo. Malscritto più spesso che no. Privo di una qualsiasi parvenza di documentazione alle spalle. E, spiace dirlo, finisce per essere una imbarazzante vetrina di orrori sia grammaticali che tecnici. Non mi impressiona nemmeno il maschio fascino del protagonista di turno per il quale, di solito, provo repulsione mista a pena.
E allora perché lo vuoi scrivere?
Per tre motivi.
Primo - e più semplice - per riderci su. Vi sembra strano? Non so cosa dirvi: provate mai l'impulso di mangiare schifezze o fare cose sceme solo perché fa ridere? Beh, io sì. E il pensiero di avere a che fare con eroi testosteronici ed eroine svenevoli mi fa morire dalle risate. Pensatela come l'equivalente scrittorio di saltare dentro le pozzanghere. Ognuno si diverte un po' come vuole, no?
Il secondo - un po' puerile, lo ammetto - è: sono curiosa. Scrivere romance è facile come sembra? Il mio obiettivo sarebbe - una volta fissato tutto - portare a casa una prima stesura in dieci giorni.
Il terzo ed ultimo - che rappresenta l'unico lato positivo della faccenda - è questo: voglio provare a pianificare, usando tutte le tecniche da manuali di scrittura - index card in testa. Scrivere solo una volta definito tutto.
E il romance, standard com'è, è perfetto.
Non solo, proprio perché di questa storia non me ne frega niente mi sento libera di adottare un approccio... da catena di montaggio, se vogliamo. 
Forse capirò come essere un po' meno giardiniere e un po' più architetto anche nelle storie delle quali mi importa.
Personaggi costruiti a tavolino. Viaggio dell'eroe alla mano. Arco di trasformazione da manuale. E tutto questo senza patemi, senza sbattere la testa al muro, così, in totale relax.
Mi divertirò da morire. Anzi, ci divertiremo da morire, la mia compagna d'avventura e io.



2 commenti:

  1. Faccia con la quale ho letto questo tuo post O_O
    Voglio essere la prima a leggere il tuo romance, sappilo. Voglio. Leggerlo. A costo di dover chiamare Levante perché mi tappi!

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  2. No, no. Come ho detto: non lo leggerà nessuno a parte la persona che è coinvolta con me nella folle idea! :D (non potrei mai sottoporti un tappami Levante, non uno mio, intendo. Mi vergognerei troppo!)

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