giovedì 3 ottobre 2013

La congiura della Pietra Nera

C'è da dire che spesso su Rai4 passano film interessanti.
Questo, per esempio.
Pur non essendo un'esperta, il wu-xia è un genere che mi piace assai. Magari non ne apprezzo a fondo le sfumature storiche - l'ho detto che sono ignorante in materia - ma l'ambientazione, le coreografie dei combattimenti e le trame avventurose hanno tutte le carte in regola per piacermi.
Questo qui, in aggiunta, ha anche una bella storia d'amore, significativa e non melensa (odio le melensaggini).
La Pietra Nera non è una pietra - voglio dire, non è un sasso - è una setta di assassini (tutti figuri abbastanza loschi, specie il loro capo, il Re della Ruota) che ha deciso di impossessarsi dei resti di un monaco buddhista, Bodhi, vissuto qualche centinaio di anni prima.
E perché 'sta gente vuole un vecchio cadavere?
Perché ha fama di essere miracoloso. Solo che, già molto tempo prima dell'inizio della storia, i resti sono stati divisi in due all'altezza della vita, poi le due parti sono andate perdute. Si dice che chi le riunirà acquisirà il dominio sulle arti marziali. 
Ovviamente, la caccia alla mummietta è spietata e la Pietra Nera viene a sapere che una parte del cadavere è in possesso del Primo Ministro. Non è che si fanno tanti scrupoli, vanno e ammazzano tutta la famiglia, compreso suo figlio, un prestante giovanotto che, con somma sorpresa degli assassini, sopravvive al loro primo assalto.
In realtà, però, alla Pietra Nera va malissimo: la loro assassina più forte - Pioggia Lieve - agguanta il malloppo e se la squaglia lasciando tutti con un palmo di naso. Mentre quelli - ovviamente incazzati - la cercano da tutte le parti, mettendole una taglia sulla testa, lei incontra un uomo, uno Shaolin, con il quale stringe un sodalizio.
A un certo punto, dopo diversi mesi dal furto della mummia, lei torna al loro rifugio, un vecchio tempio, dopo aver sterminato un'intera famiglia di cacciatori di taglie (giuro! nonno, nonna, sorella, fidanzato della sorella e fratellino) e il tipo le rivela che presto si farà monaco. Ora, non viene detto, ma da come la prende lei mi sa che durante i tre mesi in cui sono stati insieme non hanno fatto solo arti marziali: con calma, dignità e classe questa gli dice, senza mezzi termini, che ucciderà tutti quelli che lui sceglierà come compagni. Così, i due combattono e, proprio durante il combattimento, lui le impartisce l'ultima lezione: le rivela che le sue tecniche migliori hanno in realtà delle debolezze e che, se lei si troverà di fronte un maestro, verrà sicuramente uccisa. E le insegna - con la pratica -  come contrattaccare. 
Pioggia Lieve non è una stupida e capisce al volo, tanto al volo che lo ammazza. E se ne pente immediatamente, ma, oh, cosa fatta capo ha, quindi non le resta che ascoltare i suoi ultimi desideri: il primo è che i resti di Bodhi vengano riportati in un tempio, dal suo maestro, il secondo è di essere la sua ultima vittima.
Le sue ultime parole sono: vorrei trasformarmi in un ponte di pietra e resistere cinquecento anni di vento, cinquecento anni di sole e cinquecento anni di pioggia.
La morte di lui è il colpo definitivo alla vecchia vita di Pioggia Lieve: nauseata dalla vita condotta finora, cambia identità e perfino volto e diventa Zeng Jing (una splendida Michelle Yeoh, fra parentesi).
Quando, per adempiere alla prima parte della promessa, va a parlare con il Maestro del monaco, gli domanda anche cosa significassero le sue ultime parole. E ottiene questa spiegazione:
Un giovane allievo di Buddha conobbe una ragazza poco prima di prendere i voti. E si innamorò perdutamente di lei. Buddha allora gli chiese: quanto la ami? E lui rispose: vorrei diventare un ponte di pietra e resistere cinquecento anni di vento, cinquecento anni di sole e cinquecento anni di pioggia. Mi accontenterei di sapere che la mia amata passa su quel ponte.
È una botta capire le implicazioni e la verità sul gesto di lui: facendosi uccidere, di fatto l'ha liberata dal suo vecchio io e le ha schiuso le porte di una nuova vita.
E lei fa proprio questo: si trasferisce nella capitale, inizia un piccolo commercio di stoffe, si innamora e si sposa, insomma sembra che tutto vada per il meglio... ma non è così, sennò sarebbe finito il film. La Pietra Nera non ha mica rinunciato a trovarla. Intanto, hanno arruolato una sua sostituta, Foglia Turchese, una ragazzina che la prima notte di nozze ha visto bene di massacrare lo sposo e i suoceri perché costretta al matrimonio. 
Insomma, com'è come non è, la copertura di Zeng Jing cade e lei è costretta a combattere i suoi ex compagni... e scoprirà anche qualcosa che proprio non si aspetta e che non vi dico perché sarebbe spoilerare troppo.
La cosa che mi è piaciuta moltissimo di questo film è che con un'economia mirabile - vale a dire senza pipponi indigesti - il regista Su Chao-Pin, coadiuvato da John Woo (scusate se è poco) - riesce a farci comprendere anche le motivazioni e gli stati d'animo dei personaggi, anche di quelli secondari.
Il desiderio di normalità di Pioggia Lieve riecheggia in due dei suoi ex-compagni, Lei Bing - la scena in cui, richiamato dalla Pietra Nera, lo si vede lasciare la moglie e il figlio dicendole che sarà l'ultima volta e prospettandole un futuro da "civili" è bella e delicata -, e il Mago - che ormai sente avvicinarsi la vecchiaia e capisce di aver speso una vita in mezzo al sangue e che non gli resta null'altro se non ricordi di violenza. A fare da contraltare, il Re della Ruota e Foglia Turchese, entrambi temperamenti violenti senza speranza alcuna di redenzione perché spezzati e distorti dalle violenze subite e dall'essere stati trattati - tutti e due, nota bene - come oggetti.
Alla fine, la contesa per questi resti miracolosi passa quasi in secondo piano perché la cosa veramente importante è vivere una vita serena con le persone che si amano, questo è il vero miracolo, un miracolo che, tuttavia, né il Re della Ruota né Foglia Turchese sono in grado di apprezzare (e tantomeno di comprendere).
Come finisce il film, va da sé, non ve lo dico. 
Guardatelo, vi piacerà.

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