mercoledì 26 febbraio 2014

Meeting Lovecraft

Da una settimana a questa parte, sto leggendo Lovecraft.
Voglio dire che sto leggendo solo lui (di solito porto avanti tre o quattro libri per volta).
Mi sono comprata questo bell'ebuccone per la modica cifra di 4.99€ e lo sto leggendo da cima a fondo.
Vuol dire dalla prefazione all'ultima nota a pié di pagina e per i miei standard è strano: in genere, salto sia l'una che le altre (le note sono una delle ragioni per le quali non mi riesce di finire né Jonathan Strange & Mr. Norrell, né Infinite Jest).
Non è che non apprezzi il lavoro di chi le ha redatte, ma voglio arrivare subito alla storia, alla ciccia. 
Invece, stavolta no.
E vi spiego anche perché: perché mi sono messa in testa di fare un tentativo. Voglio cercare di conoscere Lovecraft, il Lovecraft uomo, tramite quel che scriveva e come.
Sono stata fortunata, nel mio acquisto: questa edizione è proprio quel che mi ci voleva, intanto perché l'introduzione, ricchissima di note biografiche, fornisce un quadro di riferimento indispensabile, nel quale vanno a incasellarsi accenni e tematiche rintracciabili nei racconti. E poi perché ogni racconto è corredato da note che lo collocano all'interno dell'esperienza umana del suo autore. Le note dicono quali racconti lui giudicava passabili (pochissimi, era autocritico a un punto tale da rasentare il masochismo) e quali infimi (no, sul serio, il suo senso critico era del tutto sballato! Giudicava schifose delle cose bellissime!), quali sono stati scritti per altri, quali sono stati revisionati conto terzi - di fatto, poi, riscritti di sana pianta. In un paio di casi, il Lovecraft editor ha fatto incazzare l'autore per avergli snaturato l'opera (ma mi sento di dire che l'ha senz'altro migliorata).
È interessante cercare di vedere attraverso i suoi occhi, di attraversare il velo della storia e capire che tipo di persona potesse essere colui che l'ha scritta. Ho scoperto cose di lui che  mi piacciono moltissimo, per esempio il suo interesse per la scienza: ci sono accenni alle scoperte e alle teorie scientifiche più moderne (per la sua epoca), quando parla di chimica sa di cosa sta parlando, quando parla di storia sa di cosa sta parlando. 
Scriveva di soprannaturale da scettico.
Un'altra cosa che mi ha veramente colpita è il modo in cui parla di New York. Ci ha vissuto per un breve periodo e non gli dev'essere piaciuta: ma parla con cognizione di causa della vita nei bassifondi, delle torme di immigrati appena usciti da Ellis Island e di quelli contrabbandati clandestinamente e destinati a vivere ai margini della società. Oltre la metropoli trasfigurata nell'orrore, c'è la realtà di una città che stava conoscendo un'espansione senza pari: disordinata, piena di conflitti, multietnica nel senso peggiore del termine, spietata. 
E, se presti attenzione nel modo giusto, puoi vederla, proprio com'è nelle fotografie di Jacob Riis. 
Bellissimo, in questo senso, è Lui, in cui Lovecraft ripercorre, in una specie di allucinato viaggio nel tempo degno del Dottore, la storia della città: dalla finestra della casa nella quale si trova, il protagonista vede susseguirsi i cambiamenti che il territorio ha attraversato. Prima una foresta lussureggiante, poi l'antica Nuova Amsterdam e poi, in un lampo, il futuro
cieli pullulanti di incredibili creature volanti e in basso una città nera, demoniaca, fatta a piani di pietra colossali, le cui oscene torri si protendevano tentacolarmente verso la luna, con milioni di finestre al cui interno brillavano luci infernali.
È la prima volta che mi capita di studiare in questo modo un autore: normalmente non mi può importare di meno di chi scrive, perché mi interessa il cosa scrive. Però devo ammettere che è un tipo di prospettiva interessante dalla quale guardare il lavoro di uno scrittore.
È una strana indagine, un po' come cercare di capire il tipo di persona dalle sue ceneri e da quel che ha lasciato dietro di sé, ma è appassionante.
Sapete, da quel che ho visto finora, penso che mi sarebbe piaciuto conoscerlo, Howard Phillips Lovecraft.

Edit: Davide mi ha suggerito un fantastico documentario. Questo:


Prendetevi il tempo che serve, e guardatelo. Perché c'è da lustrarsi occhi ed orecchie.

8 commenti:

  1. L'"Effetto Lovecraft" si articola in tre fasi distinte
    a . l'entusiasmo - Lovecraft è un genio
    b . il rigetto - però adesso basta, Lovecraft! Che poi era anche una persona abbastanza odiosa...
    c . l'accettazione - maledetto Lovecraft, per tutti i tuoi difetti, eri maledettamente in gamba - e anche una persona piuttosto interessante.

    Buona lettura ;)

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    1. Grazie! Sai che cosa mi fa un po' tristezza? Che sì, era in gamba... e forse non si è mai reso appieno conto di quanto

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    2. Fu certamente vittima di talune sue convinzioni (o forse sarebbe il caso di dire nevrosi).
      Io credo che il suo rifiuto di prendere la direzione di Weird Tales - perché avrebbe significato trasferirsi a Chicago - abbia segnato una delle più terribili perdite mai subite dal genere.
      Però anche così creò un corpus di lavori geniali, sviluppò un'estetica moderna dell'orrore e, non ultima cosa, diede l'avvio alle carriere di un sacco di gente in gambissima - Henry Kuttner, Fritz Leiber, Robert Bloch...
      Grande vecchio nonno Theobaldus :)

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    3. Non discuto i meriti, ovviamente. Solo, leggendo alcuni commenti che fa ai suoi stessi racconti, nelle lettere, rimani perplesso. Perché il giudizio che dà ai suoi stessi lavori è impietoso a dire poco. Io spero fosse falsa modestia, perché altrimenti... era proprio convinto di valere poco, come scrittore. E questo è davvero triste.

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  2. Lovecraft fa tristezza anche a me.
    I mammut sono sempre una garanzia!

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  3. Anche io ho quell'ebook, ma sto cercando di centellinare le storie e farlo durare. :D

    Bel post. ;)

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    1. Farlo durare non è un grosso problema, vista la mole... XD
      Grazie per i complimenti! :D

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