martedì 11 marzo 2014

Il mio primo incontro con il fantasy

Vi dirò, per me il fantasy non è mica iniziato con Tolkien.
Per me, il fantasy è iniziato con La Spada di Shannara.
Sono sempre stata una lettrice vorace - fin troppo - e quindi era mia abitudine curiosare nelle librerie altrui. Nella fattispecie, ho trovato La Spada di Shannara fra i libri del più grande dei miei cugini, all'epoca ben più che ventenne.
Non è che consideri il fantasy roba da under 20, voglio dire, io lo leggo (ora molto meno) e sono abbondantemente over. È solo che, se conosceste mio cugino, vi rendereste conto che è l'ultima persona al mondo dalla quale potreste aspettarvi questo tipo di letture.
In effetti, è l'ultima persona al mondo dalla quale aspettarsi delle letture.
Comunque, tornando al punto, ho curiosato, ho trovato questo libro e l'ho chiesto in prestito.
Che poi ce l'abbia ancora io, è un'altra storia.
Se aveste domandato, alla me stessa undicenne, chi fosse il mio scrittore preferito, avrebbe risposto senza esitazione alcuna: "Terry Brooks".
Potete essere d'accordo come no (io non sono d'accordo con me stessa, fate un po' voi), ma tenete conto che mi mancavano del tutto i modelli di riferimento: mia nonna mi spacciava fantascienza targata Urania e grandi della letteratura americana (il culto di Steinbeck data quei giorni... ed è rimasto immutato, Louis Bromfield lo adoro e conservo gelosamente una vecchia copia di Notti a Bombay. Nevil Shute è un altro dei miti che mi sono rimasti e, prima o poi, vi parlerò del suo L'ultima Spiaggia, oppure Marjorie K. Rawlings che ha scritto Il Cucciolo... ma io preferisco di gran lunga L'ospite inatteso oppure La Luna nascosta). Insomma, la letteratura fantastica non era proprio il suo genere. Di conseguenza, poiché attingevo alla sua libreria, non era nemmeno il mio. 
All'epoca comprare libri era un evento eccezionale - non mi vergogno a dirlo - e sopperivo con la sezione ragazzi della biblioteca comunale, che però metteva a disposizione i classici (Verne, Salgari e compagnia cantante) e poco altro. Erano i favolosi anni Ottanta, di fantasy qui poco e niente. Di certo non negli scaffali per i ragazzini di una biblioteca di provincia: lo YA era ancora di là da venire... ma anche Peppa Pig, e ciò basta a farmi dire che era un mondo migliore.
Al compimento del quattordicesimo anno mi è stato concesso il prestito nella sezione della Narrativa Adulti. Lì c'era tutta la fantascienza che potessi desiderare, e poi Stephen King e un mucchio di altre cose interessanti, ma il fantasy si riassumeva in: il volumone de Il signore degli Anelli edizione Rusconi, un po' di cose sparse di Tolkien, tipo il Silmarillion e i Racconti Perduti e i Racconti Ritrovati e Tom Bombadil. Ve l'ho detto che detesto Tom Bombadil?
Tolto JRR, l'unico altro esempio di fantasy era l'ultimo volume del ciclo dei Belgariad (in edizione Nord), che mi ha fatto fare la conoscenza di David Eddings. Considerato che mi mancavano i primi quattro (e che all'epoca non c'era Amazon dal quale ordinare), ero rimasta con una gran voglia di leggere tutta la storia. La mia vicenda, ve lo dico giusto per non lasciare niente in sospeso, ha avuto un lieto fine: anni dopo, quando, girando annoiata per il reparto libri dell'Ipercoop, ho messo le mani su Il segno della profezia, primo volume di quella saga, in edizione economica Tea e, a seguire, su tutti gli altri.
Ma non mi sarei interessata né di Tolkien, né di Eddings - né di tutto quel che ho letto dopo di questo genere - se non avessi cominciato  La Spada di Shannara
Mi ha aperto un mondo. Quindi, anche solo per questo, rimane speciale.
Sì, sì, nostalgia canaglia e tutt'un po'.
Settimana scorsa mi è venuta - non so nemmeno perché - la voglia di rileggerlo. A parte che nella mia libreria non c'era perché, mi sono ricordata poi, l'avevo prestato, quindi ho dovuto sbattermi - mediamente - per recuperarlo, ieri sera ho iniziato a leggerlo.
A voce alta. Alla gatta. 
Ehi! Non ridete!
Essendo una ex-randagina un po' traumatizzata, deve abituarsi alla mia voce. Per lei fa lo stesso che io le faccia i complimenti o le legga un libro, l'importante è sentirsi considerata e che non smetta di farle le coccole.
Così, insomma, dopo averla iniziata alle avventure del sergente Janus (ottimo consiglio di Davide), è venuto il turno del fantasy.
Sapete che c'è? In termini di divertimento schietto, preferisco Shannara.
Lo so, lo so. A livello di trama, Shannara è un po' una scopiazzatura.
Va bene, mica vi dico di no. Ci sono parecchie somiglianze.
E poi, sì, ci sono gli elfi e i nani e i troll. D'accordo.
A parte che, all'epoca, magari, non eravamo così saturi di elfi buoni-belli-biondi-boschivi-immortali e di nani con le asce al vento.
Il fatto è che Tolkien era un professore inglese. Brooks un avvocato americano.
Capite dove voglio andare a parare?
Il primo ha provato a scrivere un'epica, quasi mettendosi nei panni di un bardo. L'altro, invece, della letteratura d'evasione.
Ci sono delle somiglianze? Oh, beh, direi.
Ci sono degli stereotipi? Non se li fa mancare, Brooks, mettiamola così.
La trama è banale? Non posso negarlo: inizia con il druido che va a cercare un discendente perduto di un re, più banale e trito di così....
Però, per me - e sia chiaro, per me - Shannara è più divertente. Perché è un romanzo d'avventura. Le peripezie di Shea e compagni sono prima di tutto avventura. Quindi abbiamo pericolo, tensione, e un ritmo piuttosto elevato. 
Non sto dicendo che Shannara sia migliore. È un'operazione commerciale piuttosto furbetta. Sto dicendo che, se voglio del divertimento senza pretese, non è poi così male.
E poi, scusate, i personaggi non cantano.
E, soprattutto, non c'è nessun dannato Tom Bombadil.

1 commento:

  1. La mia prima incursione nel fantasy invece fù La Spada Spezzata di Poul Anderson regalatomi da un amica di famiglia perchè anche da noi non è che si comperassero spesso i libri (solo per Natale,il Compleanno o come reagalo se a fine anno scolastico ero promosso). Da li in poi ho letto Howard,Leiber e Tolkien (che non mi fa impazzire e detesto pure Bombadil) e tutti gli altri.

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