martedì 25 giugno 2013

Un nuovo modo di concepire i libri

Ho sempre pensato che i soldi spesi in libri siano in assoluto i soldi spesi meglio (uniche eccezioni: in negativo, quelli spesi in libri brutti e, in positivo, quelli spesi in vacanze). 
A parte questo, ho sempre pensato che il libro ti dà molto più del valore monetario dell'oggetto.
Come si può dare un prezzo al divertimento, alla riflessione innescata da una storia, a tutte le emozioni che leggere porta con sé? E l'apertura mentale, la cultura, gli orizzonti più ampi, come li prezziamo, quelli?
Lo penso ancora, sia ben chiaro.
Fra, per dire, libri e scarpe, sceglierò sempre i primi (e se scelgo le seconde vuol proprio dire che ormai ho i buchi nelle suole!).
Tuttavia, qualcosa è cambiato, negli ultimi tempi, per via della concomitanza di due fattori: la crisi economica e l'avvento del digitale.
Non ho problemi ad ammettere che, prima di comprare il Sony, almeno venti euro a settimana li lasciavo in libreria. Al mese fanno ottanta euro. All'anno fanno novecentosessanta euro. Questo in media, eh: non ho considerato né le aste imperdibili su ebay, né il banchetto dell'usato, né gli occasionali acquisti in edicola. (Ho lasciato fuori i manga - non ne compro quasi più, ma per un periodo ho lasciato in fumetteria cifre notevoli - visto che sul reader non li leggerei comunque.)
Quando l'ho comprato, il mio Sony PRS-350 costava duecento euro.
Fatti due conti della serva, ne ho ammortizzato il costo in... più o meno tre mesi, perché è vero che ho smesso di andare in libreria, ma è altrettanto vero che ho iniziato a comprare ebook. Che (per fortuna) hanno - quando chi li commercializza non è un completo idiota - prezzi molto più bassi.
Il beneficio sul portafoglio è stato immediato e notevole.
L'avvento del digitale nella mia vita ha avuto due effetti collaterali importanti.
Primo, mi si è aperto un mondo: quello della lingua originale. Avevo iniziato a leggere in inglese già da prima, ma vuoi mettere avere a disposizione un vocabolario integrato? Sono poco più che autodidatta, io, e, soprattutto all'inizio, la fatica quasi rovinava (sottolineo quasi) il piacere della lettura. E poi, non si trattava più di aspettare tempi di spedizione e subire i capricci del corriere: un download e il gioco è fatto.
Il secondo effetto collaterale è ciò che mi ha ispirato questo post e di cui ho risentito gli effetti qualche ora fa: ho ridefinito i miei parametri di accettabilità del prezzo dei libri.
Prima, spendere quindici, diciotto o venti euro in un libro mi sembrava normale: non ho mai pensato che fossero "troppi". Una volta comprato il Sony, queste cifre hanno iniziato a sembrarmi spropositatamente alte.
Questa sera, in libreria mi sono capitate due cose.
Mentre vagolo di fronte a quel triste surrogato che è lo scaffale del fantasy nella Mondadori cittadina - triste, ma, lo devo dire per onestà intellettuale, non tanto quanto il suo omologo Giunti - mi casca l'occhio su I pirati fantasma di Hodgson. 
Lo prendo su. Brossura, una bella copertina con un veliero adeguatamente macabro. Lo apro. Scritto gigantesco e aiutatemi a dire gigantesco. Guardo il prezzo. Quindici euro. Lo stesso libro che, quest'inverno, ho pagato - in digitale - quarantanove centesimi (guardate qua se dico balle).
Faccio notare la differenza all'amica che è con me (ovviamente, evitando di farmi sentire dalla commessa, non mi pareva carino) e passo oltre, solo per fermarmi di fronte a una copertina che mi è familiare.
Non ci credo! Hanno tradotto Married with zombies! Voglio leggerlo da quando ne ha parlato Giovanni! Gli hanno messo un titolo un po' così (Finché zombie non ci separi), ma, cavolo, è arrivato davvero nelle italiche lande! Finalmente qualcuno che investe in cose decenti e non nelle solite puttanate YA!
Lo prendo, lo sfoglio, leggo qualche frase qui e là, poi, solleticata, guardo il prezzo: quindici euro.
A quel punto, con il libro ancora in mano, mi sono domandata: ma vale la pena? Vale la pena comprare un oggetto che leggo, finisco e poi metto lì a prendere polvere?
E mi è venuto in mente Joyland.
Ora, Joyland è uscito solo in cartaceo e, visto che il Re è il Re, ho deciso di comprarlo. 22/11/'63 lo devo ancora finire (non mi ha preso, ma per niente), ma il lunapark è un'ambientazione che mi affascina, quindi mi son detta: "Va bene, facciamolo."
(L'ho ordinato on line, fra l'altro, perché possiamo dire qualunque cosa di Amazon, ma i fatti parlano chiaro: tre euro secchi meno del prezzo in libreria.)
Comunque, l'ho letto. Ci ho messo, sommando tutto, un cinque ore. Dopodiché, mi sono trovata fra le mani questo oggetto e... non sapevo che cosa farmene. Sì, lo metto nella libreria in mezzo agli altri, e poi?
Mi è sembrata una cosa inutile quanto conservare le carte dei cioccolatini: cosa le tieni a fare? Il buono te lo sei già pappato!
(Lo so che il libro, volendo, puoi rileggertelo. Ma quando in casa cominci ad averne un buon numero - cinquecento o giù di lì - e continui a comprarne, quante volte lo riprenderai in mano?)
Quello che il libro mi dà - quello che è importante - è qualcosa di immateriale. Vale la pena sobbarcarsi il costo del contenitore (che, non scordiamolo, fa la parte del leone nella composizione del prezzo), se quello che conta è il contenuto?
Gli ebook non mi fanno questo effetto: vuoi per "l'immaterialità", vuoi per i prezzi in genere più contenuti (con le debite eccezioni: CE italiane che mettono i digitali allo spropositato prezzo di dodici euro, o anche - ma è più raro - CE straniere che ne chiedono otto per una ristampa di Arthur C.Clarke).
Forse leggendo questo post può sembrare che io valuti poco il contenuto, visto che tendo al risparmio. Non è così: è solo che il libro - l'oggetto - non mi serve. Non mi serve la carta, non mi serve la stampa, non mi serve la distribuzione.
Io voglio la storia e per quella sono disposta a pagare. Perché, se si ha un minimo di oculatezza nello scegliere, per quella sì che vale la pena!

6 commenti:

  1. Quoto praticamente ogni parola. L'importante è la storia, non l'oggetto libro. E' per questo che prima compravo solo le edizioni economiche o i libri usati nelle bancarelle, e ora ho virato sugli ebook. Compro ancora libri cartacei, anche se in quantità molto minore, e risolvo il problema dello spazio grazie a ebay. Tengo in libreria solo i libri che mi sono piaciuti VERAMENTE tanto. Che non rleggerò mai neanche loro, ma mi dispiace darli via... :-)
    Il Moro

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    1. Sono sempre stata "un'accumulatrice": anche a me dispiace dar via le mie cose. Da poco, ho iniziato a scambiare (tramite aNobii) i libri che non mi sono piaciuti. Qualcuno l'ho regalato per beneficenza. Ma ho una mezza idea di iniziare a venderne anche su ebay: ne ho troppi. Non so come spiegare questa mia improvvisa "conversione" se non con il bisogno di avere meno cose in mezzo a casa. Che strano...

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  2. Anche io mi trovo a dover quotare praticamente tutto, tranne però una "piccolezza". Di recente ho comiciato a leggere alcune graphic novels sul mio tablet e devo dire che mi trovo decisamente bene. Si leggono bene e si possono ingrandire a piacimento le tavole, inoltre quando sono a colori il tutto e abbastanza spettacolare.

    Ps: ottima l'icona di Moreno, io leggo Zagor oramai da decenni... :o)

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    1. Io non ho il tablet, solo il Sony (pocket, oltretutto), quindi niente tavole a colori: per i manga sono ancora al cartaceo e di graphic novels ho solo quelle da cui è tratto Trinity Blood.

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    2. Ooops... Ho letto Sony (come il mio) e non sono andato a vedere il modello esatto... Ora lo sto preparando per le vacanze caricando una paccata di roba da leggere... :o)

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  3. Sottoscrivo tutto e mi iscrivo anche io alla lega "quelli che il Sony... mi ha cambiato la vita". Poi il fatto che lo abbia visto per la prima volta tra le tue mani (decidendomi a cambiare il mio preistorico lettore precedente) ha un che di profetico. Pensa un po', ho chiesto in lettura alla Mondadori l'ultimo libro di Luca Bianchini cartaceo (per recensione) e ho finito per leggerlo comunque in ebook. Perché il cartaceo mi pesava troppo tra le mani...
    Incredibile ma vero, non l'avrei mai detto: ultimamente i libri che leggo in digitale sono quelli che finisco più velocemente e con maggiore soddisfazione :-) E il mio portafoglio ringrazia!
    E posso dire abbasso Kindle e Kobo? Visti in azione non sono minimamente paragonabili al nostro adorato Sony <3

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