giovedì 17 luglio 2014

L'importante è non sentirli

L'altro ieri ho compiuto gli anni. Mi sono presa una giornata di stacco totale al mare, quindi avevo mentalmente rimandato questo post a ieri. Solo che ieri sono stata tutto il giorno a un terrificante corso di aggiornamento (a metà fra Operazione Geode e la gita aziendale di Fantozzi) del quale mi ero completamente dimenticata.
Così sono finita a oggi.
Io e la mia età anagrafica non siamo mai andate d'accordo. Un matrimonio difficile, il nostro: lei continua ad aumentare e io mi oppongo.
Ho sempre pensato che questo non andasse affatto bene: che il distacco fra età anagrafica ed età mentale fosse qualcosa di profondamente negativo.
Voglio dire, a trent'anni mia madre aveva già due figli ed era una persona con la testa sulle spalle e che di certo non si perdeva in storie né leggeva fumetti, né (tantomeno!) guardava cartoni animati. Mio padre, idem.
E quando constatavo quanto diversa fossi da quel che loro erano alla mia stessa età mi sentivo inadeguata. Colpita senza rimedio da sindrome di Peter Pan.
Finché dai venti si passa ai trenta, non è poi 'sto gran problema (o almeno non mi sembra tale ora). Il fatto è che, adesso, i quaranta sono dietro l'angolo. E la discrepanza età anagrafica/mentale è sempre lì.
Ci ho rimuginato in solitudine per un po', poi ho dato voce al disagio con il mio compagno. E gli ho detto che i miei anni non me li sento.
Lui si è girato verso di me, con la faccia di uno che ha appena sentito l'ovvietà del secolo, e mi ha risposto: "Guarda che il problema è quando te li senti."
E ha ragione.
Sono diversa da com'erano i miei alla mia età. Prima mi sembrava brutto. Qualcosa di cui vergognarsi.
Oggi posso dire che ne sono fiera.
Ho trentotto anni e mi piace leggere letteratura fantastica. Non mi sento scema per questo. Mi piace anche scriverla e non ho intenzione di smettere. Come non ho intenzione di smettere di guardare film di genere fantastico, di leggere manga o di essere nerd. Come non ho intenzione di smettere di sognare, di chiedermi "cosa succederebbe se?" e inventare storie per rispondere.
Questa sono io. E vado bene così.

L'immagine è presa da qui



3 commenti:

  1. Sfatiamo una volta per tutte il falso mito che essere appassionati di fumetti, manga, cartoni animati e film coi robottoni che si menano e tutto lo scibile horror sia sinonimo di superficialità e inadeguatezza di fronte alla vita reale. Tutte balle. Ho superato i 40 da qualche anno ma vado al cinema a vedere Pacific Rim gongolando e divertendomi come un ragazzino, vado in ufficio con la maglietta delle Tartarughe Ninja e mi diverto con i miei figli a scrivere e disegnare fumetti....E sai una cosa? Trovo che tutto questo aiuti molto ad affrontare la vita. Tenere un ampio gap tra età fisica e mentale per me è salutare... :-)

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  2. Buon compleanno e, vista la conclusione del post, buone storie, qualunque sia la forma in cui ti si presentano :)

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