Questa mi è piaciuta. Altroché se mi è piaciuta. Un difetto? Sono generosa, ve ne elenco due: primo, è troppo breve. Secondo, lascia aperti più interrogativi di quanti non ne chiuda.
Meno male che è stata già confermata una seconda stagione.
Londra, 1891. La capitale inglese non è certo un bel posto: è sporca, fumosa, violenta.
L'americano Ethan Chandler - Josh Hartnett, che normalmente non mi impressiona, ma qui è proprio bravo - si guadagna da vivere come tiratore in uno spettacolo itinerante a tema Far West quando viene avvicinato dalla misteriosa Miss Ives - Eva Green, davvero inquietante - che gli propone un lavoro per quella stessa notte.
Lui non si fa sfuggire l'occasione... e si ritrova in una tana di vampiri in compagnia di Miss Ives e di Sir Malcolm Murray - guarda chi si rivede, Timothy Dalton - e qui apro una prima parentesi: avete notato il cognome 'Murray'? Questo Sir Murray è un ricco ex-esploratore, alla ricerca della figlia Mina, che è stata fatta prigioniera da una di queste creature.
Vi suona un campanellino in testa? Anche a me.
La scorribanda notturna frutta ai tre il cadavere di uno di questi vampiri, che deve essere analizzato da una persona competente. Ed è all'obitorio che i tre incontrano uno degli altri protagonisti: un giovane dottore dall'aria lievemente allucinata, che a tutta prima si rifiuta di interrompere il suo lavoro, e che pare ossessionato dalla ricerca. Si chiama Victor. Victor Frankenstein.
Altro campanellino? Eggià. Non sarà l'ultimo.
Perché sulle prime il dottor Frankenstein rifiuta di vedere il cadavere, ma poi si lascia convincere a iniziare l'autopsia e scopre, tanto per cominciare, che la pelle non è una pelle, ma una sorta di involucro chitinoso che, una volta rimosso, rivela dei geroglifici incisi nella carne. Che fare, allora? Semplice, fotografarli e recarsi dall'egittologo Ferdinand Lyle per farli tradurre. Costui anticipa che vengono dal Libro dei Morti, chiede se ce ne sono altri e, alla risposta affermativa (e alla conseguente richiesta di tradurre il resto), impone che Sir Murray e Miss Ives partecipino a una festa a casa sua... alla quale è presente un affascinante galantuomo di nome Dorian Gray.
Ve l'avevo detto che il campanellino non sarebbe stato l'ultimo.
Da qui in avanti non vi racconto altro, non vi ho certo detto tutto (altri campanellini suoneranno!), perché la serie va vista. Mi ha preso sempre più con l'andare degli episodi, in parte per via del dipanarsi dei misteri sul passato dei protagonisti, ciascuno dei quali ha un segreto inconfessabile, in parte per via della caccia alla creatura che tiene Mina prigioniera.
Quanto all'ottavo episodio... sono indecisa se dire che è un capolavoro o una bastardata. Probabilmente entrambe. Anche perché, fra i vari colpi di scena, ce n'è uno che proprio mi ha fatto saltare dalla sedia e che getta una nuova luce sul massacro di mamma e figlia che apre l'episodio uno, sulla scena con i lupi allo zoo dell'episodio tre e su vari altri dettagli molto piccoli ma che, alla luce di quella particolare informazione, assumono un significato ben più sinistro.
In definitiva: bella serie, troppo breve, ma, come da standard internazionali, ben recitata, ben scritta e ben girata. Ambientazione e costumi fantastici.
Se vi è piaciuto La lega dei gentiluomini straordinari (il fumetto, non quella ciofeca di film!) ve la consiglio, ma sappiate che, una volta finita, vorrete il primo episodio della seconda stagione tipo subito.
Giacobbo rulez!
RispondiElimina