martedì 4 giugno 2013

Broadchurch

Io vorrei sapere perché in Italia non fanno serie così.
No, davvero, lo vorrei sapere. Serie come questa. O, altro bell'esempio, Wallander. (Sì, c'è Tom Hiddleston, ma non è la ragione principale per cui l'ho guardata. Davvero! Fa una parte piccolissima, un personaggio un po' insulso e parla pochissimo, quindi anche il meraviglioso accento inglese si sente ben poco.)
Il fatto è che all'estero i prodotti per la televisione sono - non tutti, ovviamente, qualche ciofeca ci sarà pure - ben scritti, ben girati e ben recitati.
Non è per fare l'esterofila a tutti i costi, ma, a volte, mi capita di inciampare in un pico-fotogramma (non di più, perché cambio immediatamente) di qualche ficscion nostrana e, diciamocelo, c'è da vergognarsi. (Sì, poi c'è Boris che alza la media, ma 'nsomma...).
Comunque, a parte il pippone introduttivo che mi è proprio scappato di mano, volevo parlarvi di Broadchurch.
Ci sono arrivata per via del protagonista, David Tennant. Rimango "affezionata" agli attori che mi sono piaciuti e il suo Ten mi è piaciuto tanto! Secondo me, in Broadchurch lui ha fatto davvero un ottimo lavoro. La sua interpretazione mi ha impressionata.
 In realtà, di attori reduci da Doctor Who ce ne sono diversi: Arthur "Rory Williams" Darvill (alla sua prima prova post-Dottore) che interpreta - e alla grandissima! - Paul, il vicario della cittadina di Broadchurch, Olivia Colman, la co-protagonista, che ha prestato il volto a Prisoner Zero nella prima avventura dell'Undicesimo Dottore. E vogliamo parlare di David Bradley, al secolo Argus Gazza, che è stato lo spregevole Solomon di Dinosaurs on a Spaceship (e anche Walder Frey in Games of Thrones, visto giusto nel chiacchieratissimo episodio nove della terza serie)?
Ma, a parte il cast, Broadchurch mi ha colpito perché è ben scritto.
La vicenda parte da premesse semplici, verrebbe da dire quasi "banali", se non fosse molto cinico visto che girano intorno all'omicidio di un bambino. Comunque, succede che una bella mattina, la cittadina di Broadchurch ha un brusco risveglio: sulla spiaggia, proprio sotto le alte scogliere che sono una delle attrazioni turistiche, viene ritrovato il corpo di Danny Latimer, undici anni.
Ad occuparsi del caso sono il DI Alec Hardy (Tennant) e la DS Ellie Miller (la Colman). Lui è appena arrivato in città e di certo non è il tipo che si fa voler bene: è brusco, cinico, disilluso e con le persone non ci sa proprio fare. In più, ha preso il posto che era stato promesso alla Miller, la quale certo non l'ha presa bene. La comunità di Broadchurch è piccola e molto unita, quindi lui rimarca spesso alla Miller che si fida troppo delle persone, che si fa fuorviare dai sentimenti che prova nei loro confronti. Lo svolgimento delle indagini porterà alla luce i segreti di queste persone e incrinerà per sempre la facciata di "cittadina perfetta".
Potrebbe ricordare un po' Twin Peaks, detto così (con molta meno roba a-la David Lynch), Broadchurch è un prodotto solido, perché poggia sui personaggi e sulle loro motivazioni recondite, che li portano a fare - o non fare - alcune cose. A  mentire. O a omettere. Ciascuno di loro, dai due detective, ai familiari di Danny, passando per i concittadini che fanno parte della loro cerchia, sono ottimamente caratterizzati. Tutti hanno la loro storia, che è loro, privata, e che fino all'ultimo vogliono evitare di rivelare a occhi - e orecchie - estranei
L'intelligenza della trama è il non rivelare mai, fino all'ultimo, l'identità dell'assassino. Segui tutti e gli otto episodi con il fiato sospeso, un po' perché vuoi sapere (ovviamente) chi ha ucciso Danny e un po' perché vuoi sapere se Hardy arriva alla fine vivo o no.
Quando scopri chi è stato - e io non ve lo dico, tranquilli - non solo ci rimani perché non te lo aspetti, ma ti rendi conto di tutta una serie di parallelismi che solo con la rivelazione della sua identità vengono alla luce in pieno. Mirroring fra personaggi che, di volta in volta, si scambiano le posizioni, passando da accusatore a vittima (e non solo per quanto riguarda l'omicidio). L'analisi delle dinamiche sociali di questo ristretto gruppo di persone, il modo in cui si comportano come un branco assetato di sangue quando pensano di avere un sospettato, per poi lavarsi allegramente le coscienze al suo funerale... è realistico. Tristemente.
Vorrei spendere due parole anche per la regia. È noto che non me ne intendo, ma le scene, la fotografia, l'uso delle luci e del paesaggio - con il continuo sottofondo del mare - mi hanno davvero lasciata a bocca aperta.
Guardarla è stato un piacere. Fossi in voi, le darei una possibilità.

5 commenti:

  1. "Beato chi sso fà er ssofà" cioè tu vuoi paragonare chi studia recitazione in terre anglofone alla più liberal delle nostre interpreti?
    Oppure ai comici del Bagaglino che ogni volta che salivano sul palco dovevano persino spiegare chi stessero interpretando?
    Pippo Franco con "mi scappa la pipì papà"? Sei seria?
    Allora, bella mia, ti ricordo che la Arcuri -A-r-c-u-r-i- si è vista statuare su una spiaggia di un paesino pugliese, altro che stella sui marciapiedi Hollywood.
    Vuoi parlare di MariaGrazia? Du belle bocce, un paio di pubblicità e hai fatto la più grande interprete del cinema nostrano.
    Vado però dimenticando il variopinto e poliedrico panorama di fiction nostrane, tutte così diverse, con personaggi inarrivabili e inimitabili.
    Non te ne viene in mente nemmeno uno?
    Orsù: abbiamo un maresciallo, un prete detective, una suora investigatrice, un vigile urbano che dipana misteri interpreto dal più grande attore drammatico italiano: LINO BANFI! (che tra l'altro non ha ancora capito che Tarantino lo stesse coglionando durante un loro incontro ma vabbé)
    Sei ancora perplessa sul ruolo attivo della nostra capacità recitativa? Davvero?
    E allora Gegia, che ha persino vinto un reality?
    Carmen Russo, la più grande interprete dei balletti nostrani?
    E cosa lì, la mummia col caschetto biondo platino e così giovanile che ora conduce un talen show dall'aria imbarazzante...
    Hai ancora il coraggio di dubitare?
    Mi restano solo due parole da dirti, ma bada bene ci vuole arguzia: "Prosciutto prosciutto"

    P.S.
    Una cosa però non ho capito. C'è una soap "Cento vetrine" che dovrebbe svolgersi in un centro commerciale.
    Quello che mi sfugge è: come mai in ogni locale anzichè esserci un negozio ci sono persone sedute a una scrivania?

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  2. Ho visto Broadchurch dopo aver letto questo post e vorrei ringraziarti davvero tanto: se non fosse stato per te probabilmente me lo sarei perso. E sarebbe stato un peccato perché mi è piaciuto tantissimo! Grazie :-)

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    1. Ma prego! :) Sono molto contenta di esserti stata utile, Broadchurch è una serie che merita di essere vista. (Fra l'altro, non vedo l'ora che parta la seconda stagione.)

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