venerdì 27 settembre 2013

Doctor Sleep - Stephen King

Quando venne fuori la notizia che il Re stava lavorando sul seguito di Shining, presi la cosa con un bel po' di scetticismo.
Minestra riscaldata! Non lo leggerò mai!
Dovete capirmi, gli ultimi  libri dello zio Steve non mi sono piaciuti granché. Full Dark No Stars, a mio modesto parere, è più mestiere che altro, Joyland, suvvia, è un modesto raccontino. Sì, l'ambientazione nel Luna Park è suggestiva, ma se togliamo quella e il ragazzino... resta poco.
Andando più indietro, non sono riuscita a finire 11/22/63 perché - spiace dirlo - mi annoiavo.
E The Dome... beh, The Dome ha un finale che grida EPIC FAIL (proprio così, a lettere maiuscole).
Ho letto quasi tutti i libri di King - non tutti, la maggior parte - e, a malincuore, resto innamorata più della sua produzione anni Settanta-Ottanta. Quando si tratta del Re, Le notti di Salem, It e L'ombra dello scorpione sono la mia personale trinità.
Anche Shining non mi dispiace affatto: è un buon libro. Un King ancora immaturo, ma è senz'altro un buon libro. E l'Overlook Hotel è entrato nell'immaginario collettivo. Insomma, come si poteva anche solo pensare di eguagliarlo?
Ma poi Doctor Sleep è uscito - in America, sia chiaro, se lo volete in italiano mi sa che dovrete aspettare ancora un po' - e grazie al cielo esiste la Kindle Edition (a un prezzo vergognoso, devo aggiungere)... insomma, ho deciso di leggerlo.
Volete sapere com'è? Ve lo dico.
È un gran libro.
Dopo un breve prologo, un paio di anni dopo la conclusione di Shining, ritroviamo Danny - ormai adulto - e alle prese con gli stessi demoni del padre: l'alcolismo e la rabbia.
Non ha perso il suo potere - lo shine - e l'alcool è l'unica cosa che lo aiuta a tenere a bada visioni, premonizioni e brutti sogni. La sua vita è un intervallo sbiadito fra una sbronza e l'altra, un lavoro e l'altro, una città e l'altra, in una fuga che sembra infinita e che si arresta, dopo un'esperienza scioccante che fa capire a Dan di aver toccato il fondo, a Frazier, nel New Hampshire.
Lentamente e faticosamente, lui ritrova un suo equilibrio - sempre in lotta con il demone della bottiglia che lo tenta - e diventa Doctor Sleep, l'infermiere che aiuta, insieme al gatto Azreel detto Azzie, i degenti dell'ospizio Helen Rivington House nel momento del trapasso.
Nella vicina Anniston, intanto, una bambina nasce con la camicia: è Abra Stone e, se paragoniamo lo shine di Danny a una torcia... quello di Abra è un faro. Ben presto, Dan si accorgerà di lei e i due faranno amicizia.
Ma un faro attrae anche l'attenzione e, nel caso di Abra, è quella di una bizzarra tribù di gente. Si riferiscono a loro stessi come True Knot e, a vederli, sono solo un gruppo di persone di mezz'età che viaggiano in RV. Puliti, simpatici, con tutte le licenze in ordine e soldi in tasca.
Hanno dei nomi un po' strani, un po' pirateschi - Rose the Hat, Barry the Chink, Crow Daddy, i gemelli Pea e Pod, Snakebite Andi - ma sembrano a posto.
Sembrano.
Perché loro sono vecchi, molto più di quanto non appaiano. Hanno poteri paragonabili a quelli di Dan e Abra... e si nutrono di quel che loro chiamano "steam". L'anima nel momento del trapasso, arricchita da dolore e paura, di bambini speciali. Bambini dotati.
Hanno messo gli occhi su Abra, ma, prima di arrivare a lei, dovranno vedersela con Dan.
Mi sbagliavo. Doctor Sleep non è una minestra riscaldata.
Semplicemente, Doctor Sleep non è Shining. Non gli assomiglia nemmeno.
Sono passati oltre trent'anni e si percepiscono tutti: King ci racconta, con una mano lievissima, una storia diversa: non ci sono orrori che ghignano dietro porte chiuse, o follia sanguinaria, o ossessioni.
In Doctor Sleep il tema della morte è onnipresente e trattato in alcune delle pagine più crude e strazianti che mi sia mai capitato di leggere. Non è la morte che viene improvvisa, quella che ti raggiunge dopo aver buttato giù una porta col martello da roque, con sangue, urla e pezzi di cervello che schizzano in giro. È la  morte - ancora più orrenda, se vogliamo - che ti consuma lentamente nel letto d'ospedale e che trasforma un essere umano nel pieno possesso delle sue facoltà in un relitto. Quante probabilità ci sono di rimanere bloccati dalla neve in un hotel infestato?
Per questo Shining è divertente. Fa paura, ma alla fine sai che a te non potrà mai capitare. È innocuo. Empatizzi con il bambino inseguito dalle siepi a forma di animale - o dal padre impazzito - e magari ti godi un po' di sana adrenalina, ma quando chiudi il libro sei al calduccio nella poltrona, con una tazza di té lì accanto, i biscotti e, magari, la coperta sulle gambe e il gatto che fa le fusa. La paura resta nel libro.
Ma quante sono le probabilità sono di invecchiare, ammalarsi, perdere piano piano le proprie facoltà, finire in un letto d'ospizio?
Scommetto che, al pensiero, avete sentito un brivido. Una stretta allo stomaco. O qualcosa del genere. L'ho sentito anche io. Questa paura non se ne va quando chiudi il libro.
E, a bilanciare l'ombra, la luce: Doctor Sleep è una storia di amore, di redenzione e di perdono - per se stessi, per gli altri.
È una storia sul saper chiedere aiuto e sul saperlo accettare. Sulle debolezze e sul saper accettare anche quelle. È anche la storia - epica - di una lotta per la propria vita nel senso più profondo del termine. Non riuscirete a mollarla finché non sarà finita.
Great job, Uncle Steve!


4 commenti:

  1. E se prima ero in frenzy, adesso credo supererò tutti i miei limiti di decenza!
    Se solo la kindle version non costasse così tanto...

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    1. Dodici euro e spiccioli sono un costo vergognoso. Li vale, comunque.

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  2. Sono contento che non sia un banale seguito di Shining, del resto King è cresciuto e i suoi lettori con lui

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    1. No, non lo è. Ovviamente ci sono dei riferimenti, perché l'Overlook e i suoi demoni, ma ancora di più l'amore che Dan continua a nutrire per suo padre sono una parte importante del personaggio. Però sì, King è cresciuto - meglio sarebbe dire invecchiato - e guarda il mondo (e, di conseguenza scrive) con occhi diversi. Doctor Sleep è meno mi viene da dire tagliente rispetto a Shining, meno estremo. È come... quando sei giovane e vedi tutto in maniera molto netta: o è bianco, o è nero. Crescendo, e poi invecchiando, certi angoli si smussano e scopri che ci sono infinite sfumature di grigio. Non so se sono riuscita a spiegarmi bene...

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