lunedì 6 giugno 2016

Ridatemi un mondo analogico!

Forse essere mamma vuol dire che ti parte l'embolo mediamente molto prima rispetto a quando non lo eri.
Sarà la mancanza di sonno? Sta di fatto che ultimamente lo spettacolo che la varia umanità di Facebook dà di sé mi fa venire una gran voglia di mondo analogico.
Seriamente, non so proprio se il signor Zuckerberg abbia fatto un favore all'umanità, inventando Facebook. Propendo per il no.
Chiariamo una cosa, sui social ci sto molto meno, ultimamente (e meno male), ma l'occhiatina ci scappa comunque. E, com'è come non è, mi ritrovo sempre più spesso a pensare che un bell'asteroide sarebbe una gran soluzione.
Ieri, per esempio, uno dei miei contatti commenta una palese bufala: Bruxelles ordina che da settembre ciascuno di noi ospiti in casa un immigrato. Commenta dicendo (testuale): non mi stupisco di chi scrive certe cose, ma di chi ci crede sì.
La pagina Fb è legata a un sito con un nome che è tutto un programma: italianosveglia (no, non ce lo metto, il link. Non sia mai che gli porti anche solo una visita).
Che poi, concordo eccome: l'italiano si dovrebbe svegliare ma non nel senso inteso dai fondatori del sito.
Apriamo una parentesi: è un sito sul quale chiunque può scrivere un articolo e postare. E quando dico "chiunque" intendo proprio "chiunque". Senza fonti, senza controllo, in pratica un inno alla diffusione delle palle.
Se vai a leggere l'articolo (vabbé, chiamalo articolo), scopri che a Bruxelles due politici, l'italiano Alvaro Viziali e il tedesco Norris Chuck sono i padri fondatori di una legge in virtù della quale, da settembre, ogni famiglia deve ospitare un immigrato. Avete fatto caso ai nomi? Sono scritti una riga e mezzo (toh, facciamo due) sotto il titolo. Ma niente, ai leoni da tastiera in odore di razzismo (e sono tanti) è sufficiente il titolo, anzi, no, la parola 'immigrato'. Come i tori quando sventoli la muleta, questi partono a testa bassa in un tripudio di banalità, rancore, odio e italiano sgrammaticato. Un distillato di analfabetismo funzionale, presunzione ed egoismo che ti stende morta entro pochi secondi.
Questa gente non si merita un cazzo.
Poi ci sono i gruppi Facebook, altra invenzione geniale (si fa per dire). Ora, anche io sono in qualche gruppo (riguardante scrittura e lettura). Ogni tanto qualche contatto maleducato mi aggiunge a tradimento ad altri, io mi tolgo, questo mi riaggiunge, io mi ri-tolgo e via così fino a che non la capisce e la pianta.
Però.
Però ci sono alcuni gruppi che sono un covo di disfunzionalità e psicopatia. E il peggio è che, una volta, certi elementi rimanevano isolati nella loro follia. Adesso si ritrovano e si danno man forte in un crescendo di delirio che, in alcuni casi, sulle prime fa ridere, alla lunga ti fa preoccupare.
Come la querelle delle mamme vegane contro l'invidia. Non la conoscete? Ecco, leggete qui, poi non riuscirete più a smettere fino a che non avrete divorato tutte le puntate.
Queste persone esistono. Non sono troll, non lo fanno per far ridere, né per far parlare di sé. Certe cose le pensano davvero, le fanno davvero. E, che è peggio (come diceva Quattrocchi), si spalleggiano.
Il problema non è che sono vegane, è che manca loro del tutto il buonsenso. (Che poi fra la mancanza di buonsenso e il veganesimo ci sia un rapporto di causa-effetto non tocca a me giudicare).
Perché se il tuo cane si sente male e sporca in un negozio (a prescindere dal fatto che dovresti portarlo dal veterinario e non fargli fare tre giorni di riposo sperando che guarisca, povera bestia), tocca a te pulire e la commessa non è cafona perché ti porta il mocio. Questa è semplice buona educazione, cazzo. E, una volta, ti avrebbero fatto notare che le tue pretese erano non solo sbagliate e ingiuste ma anche profondamente maleducate. Lì dentro c'è gente che fa la ricotta con il latte materno e la spaccia alla vicina convinta pure di averle fatto un gran dono.
C'è gente - giuro - per la quale essere vegana è tentare di rianimare (non ho idea di come) un moscerino che è cascato nel bicchiere di succo di frutta. Gente che viene (ovviamente) guardata con perplessità dagli altri avventori e che per questo si sente... confermata nella propria vocazione. Mi guardano male perché sono vegana e tengo alla vita. Ma io, anche se tutti mi tirano sassi, continuo per la mia strada perché sono nel Giusto. Perché ho la Verità in tasca. Sono martire e discriminata (e mi piace tantissmo, mi fa sentire coooosì importante), ma difendo la vita. Praticamente, un'eroina. Giovanna d'Arco mi fa una pippa.
No. Ti guardano perplessi perché vedono una che tenta di fare massaggio cardiaco a un moscerino.
C'è gente che alleva bambini vegani, fruttariani, crudisti e chi più ne ha più ne metta, svezzando neonati col latte di banana e fottendosene allegramente del bilanciamento della loro dieta. Tutelate la vita, ma a quella di vostro figlio non ci pensate? Ma lo sapete che potreste causare dei danni? E si sentono così fieri, così virtuosi, così una spanna sopra noi mangiacadaveri...
Mamme che mandano le bambine alle feste di compleanno ma le dotano di pizze vegane perché non sia mai che mangino quello che mangiano gli altri bambini. Perché tutte le altre mamme sono incoscienti e sventate tranne loro.
Mamme in cura dallo psichiatra che, quando questo fa notare che allattare un bimbo di QUATTRO ANNI è patologico, rispondono che non capisce niente. E qui parte il coro di commenti delle supporters: non tornarci più, da questo. Patologico è il suo cervello. Non è preparato sulla questione, perché mommy knows better. Che loro allattano fino a che il bimbo dirà che la tetta non la vuole più. Ma quando succederà? Quando va alle medie?
E poi ci sono gli antivaccinisti. Quelli che hanno preso una laurea in medicina su Fb. Quelli che ti citano studi a sostegno dell'antivaccinismo, ma non dicono mai fatti da chi. Quelli che si curano con la luce, i numeri, l'omeopatia, insomma con tutto tranne le medicine. E che curano i figli nello stesso modo. Prendere la polemica fra il virologo Burioni e l'accoppiata Red Ronnie-Eleonora Brigliadori a Virus, qualche settimana fa. Hanno dovuto fare una puntata di 'riparazione' tanto è stata scandalosa la conduzione.
Rendiamoci conto che una trasmissione RAI (quindi pubblica, quindi pagata anche da me) invitato un virologo di fama, un professore universitario e poi l'ha lasciato in balia dei delirii di un ex-dj ammuffito e di una starlette posata, senza dargli neanche la possibilità di replicare. (By the way, Red Ronnie si è dedicato anche alle scie chimiche, ultimamente. Chiamando a supporto della sua tesi... il cantante degli smashing pumpkins, la principessa saudita - non altrimenti specificato -, Beck, Prince, i Muse e non so chi altri. Tutta gente che ha fatto della scienza una carriera, certo).
E dall'altra parte dello schermo - e dall'altra parte del monitor - c'è una pletora di gente che non è in grado di comprendere un testo scritto, né quello che gli si sta dicendo. Gente che non aspetta altro se non l'imbeccata facile, la pappa predigerita, senza sforzare (non sia mai!) il cervello.
Queste persone vivono. Queste persone votano. Queste persone fanno danni.
E io sono stufa, sono spaventata, sono disorientata. Perché i figli di questa gente saranno i futuri compagni di scuola di Davide e come faccio a impedire che venga trascinato al loro livello?

"I social media hanno dato diritto di parola a legioni di imbecilli, i quali prima parlavano solo al bar dopo due o tre bicchieri di rosso e quindi non danneggiavano la società [...]. È gente che di solito veniva messa a tacere dai compari e che adesso invece ha lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel."

Avevi ragione, Umberto. Come sempre.




4 commenti:

  1. E' il mondo nuovo, che la moltitudine osanna. Il mondo social/global/demo/politically correct e via dicendo. Ora è tardi per ripudiarlo. Questa società ha emarginato ed espulso le persone "normali". Ben venga Th walking brain death.

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    1. Mi piacerebbe credere che le persone normali siano una maggioranza silenziosa...

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  2. Alle volte ho nostalgia dei tempi in cui non conoscevo nemmeno internet. Non mi fraintendere, la rete ci ha dato tante libertà, ma a livello di socializzazione probabilmente ci ha anche tolto moltissimo.

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    1. Non solo a livello di socializzazione, Nick. Gli effetti sono devastanti. Pensa ai cosiddetti 'informati', che, grazie alla facilità di accesso alle nozioni (in qualsiasi campo) pensano di poter fare a meno dei 'professionisti' (tipo quelli che non vanno dal medico perché si fanno le diagnosi da soli su Google)...

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