Il commento che Bruno ha lasciato ieri al post su Battlestar Galactica mi ha fatto riflettere. In sostanza, lui dice che Kara Thrace gli è sempre stata antipatica. Siamo in due.
E non solo la trovo antipatica, ma, come ho detto, cliché.
Parliamone, di questo cliché.
Per millenni, le donne hanno ricoperto il ruolo di moglie e madre. Sono state trofei di guerra, merce di scambio, cemento per alleanze. Nella letteratura, così come nella vita, l'andazzo era quello: dovevano essere difese, salvate, guidate. Principesse e compagnia cantante, per intenderci. (Le uniche che uscivano da questi schemi erano accusate di essere streghe, o puttane, o comunque persone poco raccomandabili.)
Eccezioni di altro tipo c'erano già in tempi antichi - basti pensare alle Amazzoni - ma erano appunto questo: eccezioni.
Lo standard è: la donna sta a casa e bada ai figli e al focolare, l'uomo procaccia il cibo.
Da un certo punto in avanti, le cose hanno cominciato a cambiare. E, limitiamoci strettamente alla narrativa, le donne hanno iniziato ad avanzare al centro della scena dimostrando di essere molto più che un "oggetto", un "pretesto" per l'azione, o un premio. Il che - attenzione perché su questo ci torno dopo - non significa aver in qualche modo fregato all'uomo il suo ruolo.
Vi faccio un paio di esempi: Jo March (anche le altre sorelle, in realtà, ma lei è quella che spicca di più) ed Elizabeth Bennett. Piccole Donne data 1868-69 (uscì in due volumi) e il celeberrimo Orgoglio e Pregiudizio 1813.
Le due eroine che ho citato sono indubitabilmente femmine, specie Elizabeth. Non si sostituiscono all'uomo come "procacciatore di cibo e responsabile della sopravvivenza" (in questo senso, Jo è molto più emancipata). Rivendicano più spazio per le proprie opinioni, il diritto di decidere per sé della propria vita, che si tratti di sposare l'uomo amato in barba alle convenzioni o di pubblicare racconti su un giornale e mantenersi da sole, senza "l'obbligo morale" di fare un buon matrimonio, ma non perdono nulla della propria natura.
Perché preciso? Perché le eroine di questo genere - a prescindere dal fatto che la Austen e la Alcott erano due scrittrici meravigliose - sono vere. Sono credibili. Sono donne.
Adesso, finalmente, arriviamo a Kara Thrace - ma il discorso vale per molte delle protagoniste che la narrativa fantastica ci ha propinato negli anni. [Salvo solo Red Sonja e Belit di Howard, perché in qualche modo avevano una loro credibilità]
Kara Thrace è una donna che si comporta come un uomo. Beve, fuma, gioca d'azzardo e, stando a quanto detto nella penultima puntata della prima stagione, non è una patita dell'igiene personale.
Ora, so che sto per fare un discorso fraintendibile e cercherò di spiegarmi al meglio: Kara Thrace e altre della stessa razza con lei non sono donne in un ruolo prettamente maschile. Sono donne che imitano gli uomini e che, per questo, suonano false. Diventano delle Mary Sue.
[Lo so che lo Starbuck originale era un uomo, fra l'altro il Dirk Benedict pre-Sberla di A-Team e si è voluto omaggiare il personaggio nel remake della serie.]
Prendiamo una qualsiasi eroina féntasi di quelle che vanno ai nostri giorni (e lasciamo perdere che, oltre al resto, avrà una predestinazione di un qualche tipo sulla gobba): come minimo, è una guerriera fortissima. Ora, credo di non dire bugie affermando che la struttura fisica dell'uomo e quella della donna sono differenti. Mediamente, un uomo è più grande, pesante e con una muscolatura più massiccia e potente. Il rapporto grasso/muscoli è diverso. Si chiama dimorfismo sessuale.
Per quanto una donna possa essere più intelligente e più veloce, difficilmente riuscirà a eguagliare un uomo in uno scontro fisico. Ai miei bei dì ho fatto diversi anni di judo e non è un caso se, da una certa età in avanti, le competizioni sono divise in maschili e femminili. Anche supponendo di essere a parità di peso, sul piano fisico l'uomo è in vantaggio.
Perciò, quando vedo - o leggo - di uno scontro, magari simil medioevale, in cui una guerriera in armatura riduce a mal partito un avversario maschio come minimo storco il naso. Lo storco ancora di più quando leggo che la nostra eroina è una specie di top model tutta curve e non perché le bellone mi destino una sorta di "invidia del pene" versione femminile. Ma perché per sostenere uno sforzo di quel genere - e ancor di più uscirne vincitrice - è necessaria massa muscolare. Un bel po' di massa muscolare. E, per essere credibile lei, più che ad Angelina Jolie, dovrebbe somigliare a una lanciatrice del peso strafatta di steroidi. Sono d'accordo, sarebbe molto meno affascinante. E, in una ipotetica versione cinematografica, attirerebbe assai meno pubblico.
Torniamo per un momento a Kara Thrace.
Un uomo con le stesse caratteristiche comportamentali risulterebbe un simpatico bastardo con un po' di affascinanti lati oscuri. (E questa, meglio che precisi, è una mia speculazione, perché non ho mai visto lo Starbuck originale). Lei, una Mary Sue anche più antipatica della media (e per la categoria è piuttosto alta).
È un discorso maschilista?
Prendiamo un'altra donna. Prendiamo Boomer. Nella stagione 1 l'importanza dei due personaggi è quasi pari. Però, mentre la prima è poco credibile, la seconda lo è molto di più. E non si può certo dire che Boomer ricopra un ruolo prettamente femminile: è un militare e un pilota tanto quanto la Thrace. Perché questa differenza? Perché Boomer non si comporta come un uomo mancato.
[So benissimo cosa si prova a essere una donna che fa un lavoro maschile in un ambiente costituito al 90% da uomini. Devi dimostrare di essere all'altezza e sforzarti più di loro perché, oltre alla difficoltà del lavoro, devi superare il pregiudizio dovuto al sesso. Ma se io mi presentassi in cantiere e pretendessi di comportarmi come un uomo, sia nel modo di agire che nei discorsi, pensate che risulterei più credibile? Secondo me farei ridere i polli. Senza considerare la ricaduta sul parco clienti.]
Che dire della Presidentessa Roslin? Ricopre un ruolo di enorme responsabilità e si muove in un mondo, quello della politica, estremamente difficile e pieno di trappole. Eppure è uno dei personaggi meglio riusciti. Perché è intrinsecamente femminile. Non scimmiotta un presidente uomo.
Per chiudere, vi faccio notare una differenza.
Un personaggio uomo è uomo a 360°. Fa tutto quello che fa un uomo vero: che mangi, dorma, oppure scopi non gli manca nulla.
Un personaggio femminile è, spesso e volentieri, monco. Avete notato che le eroine non hanno mai - o quasi mai - il ciclo? Lo so, detta così sembra una cosa molto scema - e anche una sottolineatura un tantinello disgustosa - ma è una parte importantissima dell'essere donna. Non solo per le implicazioni "riproduttive", né per quelle fisiche (e ti voglio vedere, al primo giorno, piegata in due dai crampi, che te ne vai in battaglia a menare fendenti con lo spadone), ma perché fa parte di quello che siamo nel profondo. Condiziona il nostro fisico, condiziona la nostra emotività, ci fa ragionare in modo diverso.
Uomini e donne non sono uguali. Hanno - e devono avere - uguali diritti, il che è diverso e sacrosanto.
In conclusione, e parlando di narrativa senza addentrarmi in pericolose derive, non sto dicendo che l'uomo deve fare
l'uomo e la donna deve fare la donna, non nel senso che l'uomo deve
andarsene in giro per avventure e la donna starsene a casa a fare la
calzetta.
Sto dicendo che la donna non deve fare l'uomo, nel senso che deve mantenere una propria identità di genere anche quando fa le stesse cose.