giovedì 14 febbraio 2013

I musi della Parietaria 10: Gabriel Byrne

Il musO di oggi è veramente fico.
Tanto per cominciare, è di un'eleganza superba. Poi ha una faccia stropicciata e interessante. Last but non least, è un ottimo attore.
L'ho visto per la prima volta nel remake di Nikita e, nonostante il viziaccio degli americani di rifare film che non hanno alcun bisogno di essere rifatti, devo dire che lui spiccava parecchio come omologo di Tchéky Karyo (e ne avrei da dire, anche di costui).
Poi vediamo... ah sì, D'Artagnan ne La maschera di ferro. Una pettinatura che non se poteva vedè, ma fascino da vendere: dà dei punti pure all'Aramis di Jeremy Irons (e io sono sempre stata affascinata da Aramis, quindi diciamo che partiva avvantaggiato). Non parliamo poi del confronto con Leonardo DiCaprio, che, fra il re bimbominkia e il gemello troppobuonoperesserevero... vabbé, dai, è come sparare sulla Croce Rossa.
E poi, e poi... il professor Bhaer in Piccole Donne. La Alcott non lo descrive così fico, anzi, dice che è una specie di orso peloso (dal cuore d'oro e dalla cultura sterminata, d'accordo), ma vogliamo lamentarci? No, ovviamente.
E il meccanico ne Il senso di smilla per la neve. Anche lì, l'originale letterario ha (forse) il fascino del mistero: non veniamo mai a sapere il suo nome e potremo - noi lettori e Smilla - fidarci davvero di lui? Non si sa, ma al cinema, con la bravura e la faccia di questo signore qui, il personaggio acquista un bel po' di spessore in più.
Insomma... a prescindere da genere, trama eccetera, vale comunque la pena di dare un'occhiata a mister Gabriel Byrne.


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