sabato 13 luglio 2013

Avventurieri sul crocevia del mondo.

Ci sono delle volte in cui, per un motivo o per l'altro (solitamente, o perché sono depressa o perché, al contrario, sono contenta) ho voglia di comprarmi qualcosa.
Non è che sia tanto importante il "che cosa", quanto l'atto stesso del comprare.
Va da sé che, novantanove virgola nove volte su cento, il nuovo acquisto è un libro o meglio, un ebook, visto che delle mie remore all'acquisto del formato cartaceo vi ho già parlato qui.
Ora, siccome non è importante il che cosa e la "voglia di shopping" nasce priva di un ben definito bersaglio, ho chiesto consiglio ad alcuni compagni di avventure.
Questo post ne è la conseguenza.
Chiariamo una cosa: conosco Davide e ho stima di lui, sia come blogger, che come autore, che in quanto persona dotata di un'enciclopedica cultura in merito alla narrativa fantastica.
E poi è un geologo, come me (ok, quest'ultima è irrilevante).
Ma se vi consiglio di comprarvi il suo libro e leggervelo, non è certo per amykettismo: è perché il libro è bello. Punto.
Si tratta di un saggio molto interessante e molto divertente che nasce dalla passione del suo autore per le esplorazioni, le avventure, l'orientalistica, la via della seta e, perché no?, per la narrativa pulp.
E se vi state domandando: "Ma io cosa devo aspettarmi?"
Diciamo una sfilata di  avventurieri, studiosi, maneggioni e spie, dei quali Davide racconta in tono divertito e divertente. Gente che si imbarca in viaggi lunghissimi attraverso territori selvaggi solo per vedere cosa c'è alla fine della strada e che fa scoperte straordinarie cercando tutt'altro (dando la caccia a qualche leggenda, tipo lo yeti, o l'anello mancante fra l'uomo e la scimmia), o che rischia la decapitazione solo per il gusto di entrare - travestendosi da portatore locale - in un territorio proibito. Che si trova ad aver a che fare con Bolscevichi, Nazisti, Musulmani Cinesi, reincarnazioni più o meno probabili (e parecchio instabili mentalmente) dei Lama, briganti e predoni di vario genere.
Insomma, il Crocevia è un ottimo esempio di divulgazione, si legge d'un fiato, è pieno di notizie e aneddoti interessanti, con un solido inquadramento storico-politico, una storia non-storia che avrà su di voi due effetti collaterali.
1. vi spingerà a volerne ancora, ragion per cui vi ritroverete a desiderare di saccheggiare l'intera bibliografia che Davide - da buon studioso - ha inserito alla fine del testo. (Mossa intelligente, comunque, visto che sennò si sarebbe ritrovato me attaccata stile zecca: "Oh, ma mi dici il titolo del libro di Tizio? Dove lo trovo il libro di Caio?")
2. vi farà rimpiangere il fatto che oggi il mondo è davvero piccolo. Possiamo compiere spostamenti enormi in poche ore o, con un semplice click, vedere posti lontanissimi. Ma le avventure lungo la Via della Seta di cent'anni fa... quelle erano un'altra cosa, purtroppo.
Ancora qua, state? Filate a comprarvelo!

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