mercoledì 23 gennaio 2013

It's a Man's Man's Man's World.

Il commento che Bruno ha lasciato ieri al post su Battlestar Galactica mi ha fatto riflettere. In sostanza, lui dice che Kara Thrace gli è sempre stata antipatica. Siamo in due.
E non solo la trovo antipatica, ma, come ho detto, cliché.
Parliamone, di questo cliché.
Per millenni, le donne hanno ricoperto il ruolo di moglie e madre. Sono state trofei di guerra, merce di scambio, cemento per alleanze. Nella letteratura, così come nella vita, l'andazzo era quello: dovevano essere difese, salvate, guidate. Principesse e compagnia cantante, per intenderci. (Le uniche che uscivano da questi schemi erano accusate di essere streghe, o puttane, o comunque persone poco raccomandabili.)
Eccezioni di altro tipo c'erano già in tempi antichi - basti pensare alle Amazzoni - ma erano appunto questo: eccezioni.
Lo standard è: la donna sta a casa e bada ai figli e al focolare, l'uomo procaccia il cibo.
Da un certo punto in avanti, le cose hanno cominciato a cambiare. E, limitiamoci strettamente alla narrativa, le donne hanno iniziato ad avanzare al centro della scena dimostrando di essere molto più che un "oggetto", un "pretesto" per l'azione, o un premio. Il che - attenzione perché su questo ci torno dopo - non significa aver in qualche modo fregato all'uomo il suo ruolo. 
Vi faccio un paio di esempi: Jo March (anche le altre sorelle, in realtà, ma lei è quella che spicca di più) ed Elizabeth Bennett. Piccole Donne data 1868-69 (uscì in due volumi) e il celeberrimo Orgoglio e Pregiudizio 1813.
Le due eroine che ho citato sono indubitabilmente femmine, specie Elizabeth. Non si sostituiscono all'uomo come "procacciatore di cibo e responsabile della sopravvivenza" (in questo senso, Jo è molto più emancipata). Rivendicano più spazio per le proprie opinioni, il diritto di decidere per sé della propria vita, che si tratti di sposare l'uomo amato in barba alle convenzioni o di pubblicare racconti su un giornale e mantenersi da sole, senza "l'obbligo morale" di fare un buon matrimonio, ma non perdono nulla della propria natura.
Perché preciso? Perché le eroine di questo genere - a prescindere dal fatto che la Austen e la Alcott erano due scrittrici meravigliose - sono vere. Sono credibili. Sono donne.
Adesso, finalmente, arriviamo a Kara Thrace - ma il discorso vale per molte delle protagoniste che la narrativa fantastica ci ha propinato negli anni. [Salvo solo Red Sonja e Belit di Howard, perché in qualche modo avevano una loro credibilità]
Kara Thrace è una donna che si comporta come un uomo. Beve, fuma, gioca d'azzardo e, stando a quanto detto nella penultima puntata della prima stagione, non è una patita dell'igiene personale.
Ora, so che sto per fare un discorso fraintendibile e cercherò di spiegarmi al meglio: Kara Thrace e altre della stessa razza con lei non sono donne in un ruolo prettamente maschile. Sono donne che imitano gli uomini e che, per questo, suonano false. Diventano delle Mary Sue.
[Lo so che lo Starbuck originale era un uomo, fra l'altro il Dirk Benedict pre-Sberla di A-Team e si è voluto omaggiare il personaggio nel remake della serie.]
Prendiamo una qualsiasi eroina féntasi di quelle che vanno ai nostri giorni (e lasciamo perdere che, oltre al resto, avrà una predestinazione di un qualche tipo sulla gobba): come minimo, è una guerriera fortissima. Ora, credo di non dire bugie affermando che la struttura fisica dell'uomo e quella della donna sono differenti. Mediamente, un uomo è più grande, pesante e con una muscolatura più massiccia e potente. Il rapporto grasso/muscoli è diverso. Si chiama dimorfismo sessuale. 
Per quanto una donna possa essere più intelligente e più veloce, difficilmente riuscirà a eguagliare un uomo in uno scontro fisico. Ai miei bei dì ho fatto diversi anni di judo e non è un caso se, da una certa età in avanti, le competizioni sono divise in maschili e femminili. Anche supponendo di essere a parità di peso, sul piano fisico l'uomo è in vantaggio.
Perciò, quando vedo - o leggo - di uno scontro, magari simil medioevale, in cui una guerriera in armatura riduce a mal partito un avversario maschio come minimo storco il naso. Lo storco ancora di più quando leggo che la nostra eroina è una specie di top model tutta curve e non perché le bellone mi destino una sorta di "invidia del pene" versione femminile. Ma perché per sostenere uno sforzo di quel genere - e ancor di più uscirne vincitrice - è necessaria massa muscolare. Un bel po' di massa muscolare. E, per essere credibile lei, più che ad Angelina Jolie, dovrebbe somigliare a una lanciatrice del peso strafatta di steroidi. Sono d'accordo, sarebbe molto meno affascinante. E, in una ipotetica versione cinematografica, attirerebbe assai meno pubblico.
Torniamo per un momento a Kara Thrace. 
Un uomo con le stesse caratteristiche comportamentali risulterebbe un simpatico bastardo con un po' di affascinanti lati oscuri. (E questa, meglio che precisi, è una mia speculazione, perché non ho mai visto lo Starbuck originale). Lei, una Mary Sue anche più antipatica della media (e per la categoria è piuttosto alta).
È un discorso maschilista?
Prendiamo un'altra donna. Prendiamo Boomer. Nella stagione 1 l'importanza dei due personaggi è quasi pari. Però, mentre la prima è poco credibile, la seconda lo è molto di più. E non si può certo dire che Boomer ricopra un ruolo prettamente femminile: è un militare e un pilota tanto quanto la Thrace. Perché questa differenza? Perché Boomer non si comporta come un uomo mancato.
[So benissimo cosa si prova a essere una donna che fa un lavoro maschile in un ambiente costituito al 90% da uomini. Devi dimostrare di essere all'altezza e sforzarti più di loro perché, oltre alla difficoltà del lavoro, devi superare il pregiudizio dovuto al sesso. Ma se io mi presentassi in cantiere e pretendessi di comportarmi come un uomo, sia nel modo di agire che nei discorsi, pensate che risulterei più credibile? Secondo me farei ridere i polli. Senza considerare la ricaduta sul parco clienti.]
Che dire della Presidentessa Roslin? Ricopre un ruolo di enorme responsabilità e si muove in un mondo, quello della politica, estremamente difficile e pieno di trappole. Eppure è uno dei personaggi meglio riusciti. Perché è intrinsecamente femminile. Non scimmiotta un presidente uomo.
Per chiudere, vi faccio notare una differenza.
Un personaggio uomo è uomo a 360°. Fa tutto quello che fa un uomo vero: che mangi, dorma, oppure scopi non gli manca nulla.
Un personaggio femminile è, spesso e volentieri, monco. Avete notato che le eroine non hanno mai - o quasi mai - il ciclo? Lo so, detta così sembra una cosa molto scema - e anche una sottolineatura un tantinello disgustosa - ma è una parte importantissima dell'essere donna. Non solo per le implicazioni "riproduttive", né per quelle fisiche (e ti voglio vedere, al primo giorno, piegata in due dai crampi, che te ne vai in battaglia a menare fendenti con lo spadone), ma perché fa parte di quello che siamo nel profondo. Condiziona il nostro fisico, condiziona la nostra emotività, ci fa ragionare in modo diverso.
Uomini e donne non sono uguali. Hanno - e devono avere - uguali diritti, il che è diverso e sacrosanto.
In conclusione, e parlando di narrativa senza addentrarmi in pericolose derive, non sto dicendo che l'uomo deve fare l'uomo e la donna deve fare la donna, non nel senso che l'uomo deve andarsene in giro per avventure e la donna starsene a casa a fare la calzetta.
Sto dicendo che la donna non deve fare l'uomo, nel senso che deve mantenere una propria identità di genere anche quando fa le stesse cose.

9 commenti:

  1. Mmmh sì, Kara Thrace non piace a nessuno. Dalle tempo. Ora come ora i personaggi sono solo accennati. Presi come sono dal sopravvivere hanno ben poco tempo per raccontarsi.

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    1. Ok, ma a prescindere dall'evoluzione futura (se migliora non posso che esserne contenta), il discorso è partito da lei, presa come esempio di un certo tipo di personaggio purtroppo oggi molto diffuso, per andare oltre. Perché - specie nel fantasy - si ha la tendenza a creare dei veri e propri ibridi: eroine che della donna conservano soltanto i caratteri sessuali secondari, mentre tutto il resto (modo di agire, modo di pensare, forza fisica) è prettamente maschile.

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  2. A prescindere da Kara, che avrà la sua evoluzione e che sì, forse nella prima stagione è un po'cliché ma ti assicuro che avrà parecchie sfaccettature, quello che tu dici a proposito delle eroine di sesso femminile è sacrosanto. Certo, ci sono eccezioni di vario tipo (e penso sempre a Eden di Doomsday), ma diventa molto difficile trovare caratteri femminili che abbiano un'identità di genere non filtrata da una fantasia maschile (o da come una donna vorrebbe essere, assomigliando a una eventuale controparte maschile).
    Forse perché il genere (fantasy, fantascienza, horror, aggiungere roba a casaccio) è sempre stato a dominazione maschile e si sono creati stereotipi difficili da abbattere.

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    1. diventa molto difficile trovare caratteri femminili che abbiano un'identità di genere non filtrata da una fantasia maschile (o da come una donna vorrebbe essere, assomigliando a una eventuale controparte maschile)

      Esatto. Ed è per questo che le eroine sono difficili proprio da scrivere, per me. È un controsenso visto che sono una donna. Eppure, gestire una protagonista femminile è al di sopra delle mie capacità.

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  3. Mmmh guarda qui: http://graphicly.com/action-lab-entertainment/princeless

    Il punto è che ci spiegano, da sempre, che principessa viene salvata.
    Utena andava in una direzione diversa, era lei a voler salvare il principe.
    Oscar Francois è allevata come maschio ma, alfine, dimostra di essere femmina.
    Le connotazioni di forza e rigore sono prettamente maschili.
    Quando vedi una donna in divisa laggiù-laggiù, in fondo all'animo, non pensi che quel vestito sia troppo maschile? (anche se magari ha una gonna)

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    1. Sì, ci hanno sempre detto che la Principessa viene salvata. Ecco, la Principessa si può - anzi, si deve - salvare da sola. Il punto è: deve per forza trasformarsi in Principe per farlo? Deve usurpare quel ruolo? Per come la vedo io, no.

      Per quel che riguarda Utena, non ho mai visto l'anime né letto il manga (ho appena scoperto la sua esistenza, a dirla tutta), ma mi sembra che si collochi in una nicchia ben precisa, lo yuri. Così come nello yaoi fra i due maschi ce n'è uno più effeminato (e non è una distinzione mia arbitraria, ma uno dei canoni del genere), nello yuri una delle due ragazze che è più mascolina: Utena non vuole salvare il principe (da quel che ho capito frugando in rete), Utena vuole salvare e proteggere un'altra ragazza. Vuole essere il principe.

      Su Lady Oscar c'è da fare un discorso un po' più lungo. Tanto per cominciare, lei ha una motivazione alla base del suo comportamento: è stata allevata così. E la motivazione è quello che manca a molte delle eroine del fentasi nostrano. In secondo luogo, dimostra un po' quello che stavo cercando di dire: si riappropria della femminilità che le è stata negata. Questo la rende uno stratega meno valido? No, mi pare di ricordare che alla fine diventi generale (prima di schiattare).

      Le connotazioni di forza e rigore sono prettamente maschili.
      Forse non ho capito bene cosa intendi. Se stai parlando in generale, non penso che forza e rigore siano prettamente maschili.

      Quando vedi una donna in divisa laggiù-laggiù, in fondo all'animo, non pensi che quel vestito sia troppo maschile?
      Mi sa che l'hai chiesto alla persona sbagliata. No, non mi sembra troppo maschile. Fare un lavoro da uomo è diverso dall'avere apparenza femminile e pensare come un uomo. Io non credo che tutte le soldatesse siano della specie di Soldato-Jane (tanto per citare un esempio di rinuncia al proprio genere di appartenenza).
      Anche se non porto una divisa, faccio un lavoro che è maschile, ne pago il prezzo, e non per questo scimmiotto i miei colleghi.
      Non mi sembra troppo maschile neanche se incontro donne militari in ciò che leggo o che guardo. Quel che mi "disturba" (e metto le virgolette perché non trovo un termine migliore) è il trovarmi di fronte qualcosa che pensa, parla e ragiona come un uomo e ha l'aspetto di una donna. Perché a me sembra un falso. Un'imitazione.

      Quanto a Princeless, onestamente, non lo vedo molto differente da una Jo March va a cercare lavoro a New York, rifiuta la proposta del ricco Laurie e si mantiene da sola. Mi pare che anche un comportamento di questo genere denoti forza e rigore.

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  4. C'è una filtratura a monte.
    Parli di Belit e di Red Sonya.
    Io ci metto anche Jirel di Joiry (di C.L. Moore)
    Le protagoniste femminili delle storie marziane di Leigh Brackett (troppe per nominarle tutte).
    Una Perrson di Michael Moorcock (ma potrei citarne altre, a cominciare da The Iron Orchid).
    Morgaine cri-Chia di C.J. Cherryh (ma anche Pianfarr Chanur, che oltretutto non è neanche umana, e molti altri personaggi della Cherryh.)
    Vlana e Ivrian di Fritz Leiber (ma anche Greta Forzanne).
    Alyx di Joanna Russ.
    Paksennarion di Elizabeth Moon.
    Tutte le protagoniste femminili - e sono decine - dei romanzi e racconti di Charles de Lint (a cominciare da Jilly Coppercorn).
    E le donne di Darkover, della Bradley?
    E le donne di Guy Gavriel Kay, specie in A Song for Arbonne (ma anche in Tigana, ora che ci penso... e in Under Heaven)?

    Il paesaggio non è così desolante.
    È desolante, casomai, che di tutti i libb ri che ho elencato, tu, domani, nella più grande libreria d'Italia, non li trovi.

    Perciò, prima di essere tacciato di vieto maschilismo...
    È indubbio che ci siano un sacco di personaggi stereotipati.
    Ed un sacco di autori eminentemente criticabili.
    Ma ci sono anche un sacco di libri che non sono stati letti.

    Quanto a Galactica... no, grazie.

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  5. Sapevo da prima di vedere la serie che Starbuck sarebbe stato un personaggio femminile e la cosa mi incuriosiva. Poteva anche essere una cosa intrigante in fondo ma quando ho visto che era una copia sputata dello Starbuck originale (beve, fuma, gioca a carte, ecc.) l'ho trovata fuori posto, ho rimpianto il caro "Sberla". E' vero che il personaggio cambia durante le altre stagioni ma personalmente mi piaceva di più la vecchia accoppiata Apollo/Starbuck della serie originale.

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  6. Sono d'accordo e Battlestar Galactica ha una tendenza (vedrai...) a presentarti donne nei ruoli da uomini, anche nei "tipici" ruoli da duri e da uomini veri.

    A me è sembrato finto, parecchio.

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