Periodicamente, qualcuno che mi è molto vicino rilegge quel che ha scritto e si ritrova, frustrato, davanti alla sua - presunta, del tutto presunta - incapacità.
E, per usare le sue stesse parole, capisco che non è per me. Ricordo che non è per me.
Sono le aspettative che ci creiamo, a farci stare così.
Sono i limiti che vorremmo oltrepassare, gli obiettivi che vorremmo raggiungere - e che ci sembrano allontanarsi di dieci passi ogni volta che noi avanziamo di uno -, quel che vorremmo gli altri pensassero di noi e i dubbi che ci tormentano in merito a noi stessi.
Siamo davvero scrittori, oppure ci manca qualcosa?
Conferme, rassicurazioni, certezza di fare la cosa giusta nel modo giusto.
Una volta certi problemi me li ponevo anche io. Finché non ho deciso di lasciarmeli alle spalle.
Chissenefrega, se non è per te. Scrivi perché ti diverti, scrivi perché ti piace, e, se non ti va, non scrivere, perché quando sarà il momento giusto ne avrai voglia.
È molto retorico - e molto banale - ma scrivere è avere un bel paio di ali. Dubbi, domande e frustrazione sono pesi che ti impediscono di spiccare il volo.
Lasciali a terra e affronta il cielo.
Prrrrrrrr!
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