venerdì 8 marzo 2013

Lampi - una criptobiografia di Tesla

È da parecchio che qui dentro non si parla di libri... e di cose da dire ne avrei.
Avrei da parlarvi di Verne letto in inglese - Viaggio al centro della Terra! - e del Classic Science Fiction Collection Megapack che mi sono accattata per meno di due euri... novemila pagine di roba, con dentro, oltre a un bel po' di Verne, anche Burroughs (il ciclo di John Carter), Edwin Abbott (Flatland, che non ho mai letto e mi ha sempre incuriosito), Arthur Conan Doyle e il ciclo de Il mondo perduto, H.G. Wells (L'uomo invisibile, L'isola del dottor Moreau, La macchina del tempo, La guerra dei mondi) e diversi altri autori che sono sconosciuti alla me stessa vergognosamente ignorante e che mi attirano moltissimo.
Oppure, potrei parlarvi dell'urban fantasy declinato a-la Kate Griffin, molto urban, molto fantasy e per niente pappetta riciclata che spacciano nelle italiche librerie delle italiche lande. Potrei anche raccontarvi di Cielo di Sabbia: l'ottimo John Lansdale tira fuori un'avventura per ragazzi che, in alcuni punti, ricorda le atmosfere (magnifiche) di Furore. O de I pirati fantasma di Hodgson, del quale aveva parlato la Socia Sam qui. O, ancora, della trilogia di Micheal Scott Rohan sui mondi incrociati, che nel resto del mondo è una tetralogia, ma vabbé.
Invece, vi parlo di qualcosa che ho comprato più perché lasciarlo lì a quel prezzo era un peccato che per altro. E che, fortunatamente, si è rivelato un ottimo acquisto.
Lampi, dello scrittore francese Jean Echenoz, è uscito per Adelphi nel 2012 e, nei primi mesi di quest'anno è diventato anche un libro digitale (venduto, lo devo dire, a un prezzo vergognoso: € 9.99. Io l'ho preso perché era in offerta a € 1.99, altrimenti col cavolo. Ma qui torniamo sempre al solito, trito - e triste - discorso sulla politica dei prezzi per gli ebook in Italia e non voglio imbarcarmici di nuovo, tanto come la penso lo sapete).
Comunque, Lampi è una... beh, una cripto-biografia romanzata. Perché dietro al protagonista, Gregor, si cela in realtà Nikola Tesla.
Echenoz ripercorre - e ci fa ripercorrere - le tappe della vita e delle esperienze di quest'uomo geniale e assurdo, affetto da disturbi ossessivo-compulsivi, del tutto anaffettivo, dedito solo e soltanto al suo lavoro, uno scienziato con l'appeal dell'illusionista. Ci prende per mano e ci guida, passo passo, in una storia che è fatta di vertiginose salite e altrettanto rovinose cadute.
Tesla sapeva pensare fuori dagli schemi - parecchio fuori, tanto da essere avanti di un buon centinaio d'anni - e non aveva paura di esporsi, anzi: le sue dimostrazioni con l'elettricità, spettacoli degni di un David Copperfield ante-litteram (sto parlando del mago, eh, non dell'orfano dickensiano) stupirono ed entusiasmarono il mondo intero, non meno dei suoi successi scientifici, che avevano dirette ricadute di tipo economico e quotidiano: l'idea di usare la corrente alternata per fornire energia a case e fabbriche, al posto di quella continua, è stata sua (Edison non ne è stato felice, no).
Quello che emerge da questa biografia, però, è che i germi della rovina erano già insiti in lui, già al lavoro: Tesla non aveva senso degli affari né senso del denaro. Il denaro non gli interessava, se non come mezzo per poter continuare con le sue ricerche. Ricerche furiose, visionarie, ma non sviluppate fino in fondo, tant'è che molti dei suoi brevetti finirono per essere il gradino iniziale di importantissime scoperte scientifiche: scoprì i raggi X prima di Röntgen, tanto che gli spedì la radiografia della propria mano, ma oggi, chi se lo ricorda? E poi, la radio, tant'è che gliene venne riconosciuta la paternità nel 1943. Ma non solo, basta consultare la pagina di wikipedia per avere già una prima idea della sua importanza e di quanto gli altri ne abbiano beneficiato.
Alla fine dell'Ottocento questo pensava a siluri radiocomandati e robot.
Era avanti. Forse fin troppo.
Soprattutto, non sapeva tacere: dire al magnate dell'elettricità che ti finanzia a suon di milioni di dollari che stai facendo ricerche per sviluppare una fonte di energia libera e gratuita non è una buona idea. E le conseguenze, facilitate dallo scarso buon senso nel gestire i rapporti con la stampa non si sono fatte attendere: le sue dichiarazioni mirabolanti, che a tutta prima l'avevano incoronato mago scientifico, gli si rivoltarono contro. I suoi contemporanei, che prima l'avevano osannato, lo bollarono come scienziato pazzo. Iniziarono a ridergli dietro.
Perse credibilità presso la comunità scientifica. La buona società, nei meandri della quale trovava i suoi finanziatori, lo rinnegò: da star delle serate eleganti divenne un paria.
Dal punto di vista umano, la sua è una parabola triste, quella di un uomo anaffettivo, che ha vissuto e muore in solitudine, povero e dimenticato da tutti.
Il libro di Echenoz è interessante, mai didascalico, mai noioso: una ricostruzione affascinante e precisa di un mondo diverso dal nostro eppure dietro l'angolo appena svoltato dal tempo, dominata da questa figura eccentrica, affascinante e a tratti incomprensibile, attorno alla quale ruotano personaggi quasi mitologici: Thomas Alva Edison, George Westinghouse, John Pierpont Morgan, tanto per nominarne solo alcuni.
Un racconto colmo di tenerezza. Nel leggere hai l'impressione che, ripercorrendo quegli eventi, lo scrittore, impietosito, scuota la testa, dicendo: "Che peccato. Che gran spreco. Avrebbe meritato di meglio. Se solo..."
E  non puoi non essere d'accordo.

4 commenti:

  1. Ho sempre avuto un debole per Tesla, proprio per la sua storia così particolare. "Lampi" era già nella lista dei desideri e il tuo post acuisce la mia voglia di leggerlo u.u

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    1. Il libro merita senz'altro: è interessante e, una volta iniziato, non riesci a smettere fino a che non l'hai finito. Peccato per il prezzo davvero vergognoso dell'edizione digitale.

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