giovedì 21 marzo 2013

Ventimila leghe sotto i mari - 1954

Io sono innamorata del genio di Jules Verne.
Da sempre.
Le sue storie visionarie e con quel giusto mix di scienza e mito sono una pietra miliare (nonché  uno dei punti più alti) della narrativa fantastica.
I miei preferiti fra i suoi libri sono Viaggio al centro della terra e 20.000 leghe sotto i mari, da cui sono stati tratti, rispettivamente nel 1959 e nel 1954, due film targati Disney.
A differenza del primo, che conosco praticamente a memoria, avevo visto il secondo soltanto una volta, molti anni fa.
Questo finché alla mia amica Babi non è capitato di incocciarlo durante una sessione di zapping e non si è accorta di una cosa: la marcata, bellissima estetica steampunk. (In tempi in cui il termine "steampunk" non esisteva).
E di quella parla questo post, dato che, per quel che concerne la fedeltà al libro, ehm, è meglio lasciar perdere.
Perché, spinta dal consiglio di Babi, il film l'ho riguardato
Alcune cose mi hanno fatto storcere il naso, (ma si sa che con le versioni cinematografiche dei libri che amo sono una tigna), solo, ho ritenuto opportuno soprassedere e lasciare che l'ambientazione mi colmasse gli occhi.
Innanzitutto, a me il mare piace. Mi piace il mare, mi piace tutto quello che ci sta sotto. Mi piacciono scafandri, sottomarini, batiscafi, laboratori sottomarini e, insomma, tutto quello che ha a che fare con le profondità e la loro esplorazione.  (non l'avreste mai detto, eh?).
Così, eccomi qua, a proporvi un po' di screen shots, giusto per condividere ammirazione e fangherleggiamento spudorato.
Tanto per cominciare, l'ingresso nel Nautilus del professor Arronax e di Conseil (ridotto a macchietta comica, vabbé).
Rivetti! Tanti rivetti!
Sapete cosa mi viene da dire: "Mmmm, rivetti..."
Mi piacciono, i rivetti. Sul serio. Anche le flange, ma i rivetti di più. E  i manometri. Ho la passione per i manometri.
Comunque, non venitemi a dire che uno scorcio così non vi fa brillare gli occhi. A me sì.
Però ho appena cominciato.
Un po' polveroso, ma bello!

Perché se l'ingresso - con quei manometri illuminati di verde a destra - è fico, aspettate di vedere quello che viene dopo.
Volanti, tubi e bulloni! Cosa può volere di più, una ragazza?
Il corridoio.
Che è meno lindo (anzi, sembra un po' lozzo), ma splendido nella sua grezzitudine. Qui rivetti non ce ne sono. In compenso ci sono tubi - e mi piacciono anche quelli -, flange - giustappunto, si diceva - e i volanti per la chiusura dei portelli (o delle valvole) guardate quello a destra, bello grande. Non è fantastico?
Ah, e bulloni. Belli grossi, anche.
Ma andiamo avanti, perché tutto questo ben di dio si vede nel primo quarto d'ora - venti minuti di film
E il bello deve ancora venire.
Perché, curiosando nel Nautilus deserto, il professore e Conseil finiscono dritti dritti nella location più figa.
Eleganza portami via.
Il salotto del capitano Nemo.
Che è di un'eleganza così ottocentesca e di un fascino così vintage da lasciare ammutoliti (ed estasiati).
Guardate la tappezzeria. Le poltrone. Il tavolino centrale e, punto focale dell'intera stanza, l'organo a canne che, con il suo color oro, stacca da tutto il resto e calamita su di sé lo sguardo.
Non vi dico cosa darei per una finestra così
L'ultima caratteristica notevole di questa versione del Nautilus - che, a proposito, stacca di gran lunga quella proposta ne La leggenda degli uomini straordinari - è l'oblò, dal quale il professore e Nemo - elegante e oscuro a un tempo - osservano gli uomini dell'equipaggio e Ned e Conseil partire per una battuta di caccia.
E a proposito di caccia...
L'altra cosa per cui questo film mi va a genio sono, ovviamente, le riprese sottomarine.
Certo, alcune trovate sono un po' così, come quella del relitto. Un galeone in condizioni così buone che ci puoi camminare dentro - e trovare il tesoro, eh - è un tantino irrealistico.
Ma fa la sua porca figura e, se non ci credete, guardate qui.
Un cannone che sembra pronto a sparare?
Gli scafandri fanno la parte del leone, nel film.
Scafandriiii!
Qui siamo all'inizio, quando nessuno è nel Nautilus perché si sta tenendo un funerale subacqueo (anzi, subbaqquo, come direbbe Vulvia).
Ma che bellezza!
In alcune delle riprese si nota il modo in cui i palombari - quelli veri - sono costretti a muoversi, tutti sbilanciati in avanti. Qui si vede che erano poco profondi e infatti camminano dritti.
E poi, visto fuori dall'acqua, lo scafandro è ancora più bello.
Sta a metà fra uno scafandro vero e proprio e una tuta da astronauta retrofuturibile.
(Beh, in realtà tutti gli scafandri di tipo tradizionale sembrano tute da astronauta retrofuturibili, eh).
Senza contare che non ho lo screenshot ma pure la camera d'equilibrio, con il portello dal quale vengono calati in acqua gli operatori, è fantastica.
Comunque, in definitiva: il film non è granché.
Primo perché hanno pesantemente rimaneggiato la storia. Secondo perché Kirk Douglas canta più e più volte (ma sempre la stessa canzone) e io quando i personaggi cantano mi scoccio.
Terzo perché Conseil e Ned Land a fare i siparietti comici non mi piacciono.
Però.
Il Nautilus è un capolavoro. E Nemo (interpretato da James Mason, lo stesso che darà il volto al professor Lindenbrock di Viaggio al centro della terra) è davvero quello che uno si aspetta.
Misterioso, spietato e geniale.
Perciò, tutto considerato, un'occhiata - anche più d'una, sto bluffando - se la merita proprio.

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