venerdì 15 marzo 2013

Dracula - La leggenda, Bram Stoker, Francis Ford Coppola e Dario Argento.

Dracula è senz'altro un romanzo che ha cambiato la storia della letteratura. Non penso che si possa dire il contrario.
Se lo si guarda con gli occhi di oggi, ovviamente, risente almeno in parte della sua età. Stoker non era un granché, come scrittore, e i libri successivi a questo non sono certo pietre miliari.
La forma narrativa scelta - il diario - non aiuta: tutto è raccontato, e questo è ovvio, filtrandolo attraverso personalità che sono - dispiace dirlo - un po' stereotipate: Mina è una perfetta piccola signora, con tutti i pregi delle perfette piccole signore e i suoi cavalieri - perché tali divengono - sono tutto quel che di buono può esserci nell'uomo. Sono forti, protettivi, determinati. Esempi di virtù britannica.
Quanto al vampiro... è il male, punto. Un male affascinante, non tanto dal punto di vista estetico - sia chiaro, Stoker si premura di dirci che ha pure l'alito pesante, da vero carnivoro, delle manone sgraziate con i peli al centro del palmo - quando per la sua antichità, i suoi ricordi, il suo sapere. Il monologo sulle glorie della sua stirpe e la meravigliosa chiusa "The warlike days are over. Blood is too precious a thing in these days of dishonourable peace, and the glories of the great races are as tale that is told" sono sicuramente uno dei suoi punti di forza e uno degli apici che il libro raggiunge.
E, a questo proposito, voglio dire una cosa. Forte e chiara.
Nel libro non c'è traccia alcuna di storia d'amore - né pregressa né in atto - fra Dracula e Mina. Quella è un'esclusiva del film di Coppola. Non compratelo cercando l'aMMore che sopravvive al tempo perché non c'è
Zero. Nix. Nisba. Nada de nada.
Gli unici amori - e sono perfettamente legali e morali - sono: quello di Mina e Jonathan, che sono sposati, e quello di Lucy e Arthur, che sono fidanzati.
Stop. Niente di più, niente di meno.
Fatevene una ragione.
Però Dracula ha insiti in sé notevoli spunti di modernità: le allusioni al sesso, per esempio,che in epoca vittoriana non erano proprio diffusissime, anzi. E che sono molto più efficaci, nel loro essere, appunto, allusioni, di una scena di sesso esplicito in cinquanta sfumature. O il frenetico inseguimento attraverso l'Europa il cui ritmo accelerato risulta ancora oggi godibile. Oppure l'idea - che è geniale, se ci pensate - di trasferirsi a Londra sfruttando le conoscenze moderne. Il Conte - quattrocento anni e non sentirli - non pianifica un'invasione. No. Specula sul mercato immobiliare. Ingaggia un avvocato. Il male antico che parla un linguaggio moderno.
Oggi l'abbiamo letta e ri-letta mille volte, una cosa così. Ma all'epoca non esisteva niente di simile.
Quando, nel 1992, Francis Ford Coppola fece uscire la sua trasposizione filmica, schiere di donne - me compresa - si innamorarono del vampiro di Gary Oldman. Il regista, nella sua rilettura, diede all'antagonista una cosa che mancava: la motivazione per essere diventato vampiro. E poiché questa motivazione è legata all'amore, e tutto ciò che si fa per amore accade sempre al di là del bene e del male, ne risultava che il vampiro, alla fine, era un poveretto condannato alla solitudine perché, a un certo punto, aveva avuto tanta, tanta sfiga.
[Con un po' di cinismo, posso dire che, insomma, pure la sua sposa, che si butta giù dalle mura senza manco aver visto il corpo non è proprio tanto intelligente (ma io ho qualche problemino con i suicidi amorosi, vedi quei due dementi di Romeo e Giulietta), ma sorvoliamo.]
Quanto al resto, il film è un ottimo film: visivamente splendido, interpretato benissimo e che riesce nella non facile impresa di rimanere fedele a ciò che accade nel libro e, nello stesso tempo, discostarsene. Modernizza un po' certi temi, aggiunge luci e ombre a personaggi altrimenti troppo monolitici - vedi la dipendenza di Jack dalla morfina o la civetteria di Lucy che diventa beh, zoccolaggine.
E pur dovendo tagliare alcune parti (il libro ha molti setting diversi. C'è il Castello. E Londra, e lì intendo la residenza dei Westenra, Carfax, il Manicomio. E c'è Whitby, dove approda la nave che porta il Conte in Inghilterra. E poi c'è, come ho detto prima, il viaggio attraverso l'Europa) riesce comunque a rimanere rispettoso e comprensibile.
Ieri ho visto Dracula nella versione di Dario Argento (e, per la cronaca, non ce l'ho proprio fatta a guardarlo tutto).
Non sono un critico cinematografico, sia chiaro. Non mi interessa discorrere di come sia stata utilizzata la CG, dei dialoghi imbarazzanti, delle inquadrature da porno-soft anni '70, né dei comprimari che non compaiono mai (qualcuno ha detto Jack, Quincy e Arthur fatti fuori con un "ho tre corteggiatori e sono orribili" di Lucy?).
Anche perché ne ha parlato Domenico qui e mi sento di sottoscrivere la sua opinione - con il sangue, se necessario.
E non voglio nemmeno spendere parole su Rutger Hauer, unico attore decente, perché l'ha fatto la Socia Sam qui e condivido e sottoscrivo tutto, compresa la devastante cotta adolescenziale per Etienne Navarre.
Però una cosa la voglio dire.
Dove sono, nel film, tutte le location? 
Dov'è Londra? Dov'è Carfax? E il Manicomio? Dov'è il tentativo del Conte di trasferirsi in una parte del mondo più ricca di cibo, come una sanguisuga che abbia prosciugato l'ospite e si trovi costretta a cercare un'altra fonte di nutrimento?
Insomma, dov'è l'avventura, quello slancio di nuovo, di moderno, che oggi non riusciamo a cogliere nel  libro, ma che doveva essere evidente ai contemporanei di Stoker?
Nel film di Argento, tutto si svolge a Borgo Pass, località che nel libro viene nominata di sfuggita un paio di volte e che non è nemmeno una cittadina: è un passo montano, maledizione, quello che permette di entrare in Bukovina ed è il posto in cui Jonathan trasborda dalla diligenza che viene da Bistritz sul calesse che il Conte gli ha mandato incontro per portarlo al castello.
Sembra una telenovela. Sapete, quando fanno tutto nel solito posto perché il budget è ridotto, e allora hai l'impressione che il mondo della narrazione sia molto, molto piccolo?
Ecco, esattamente così.
Ristretto. Tutto.
Ristretto il cast, con personaggi importanti del libro che non vengono nemmeno nominati.
Ristretto il set, tutto si svolge in questo villaggio grande come uno sputo che uno si chiede... ma come diavolo fanno Lucy e Mina a conoscersi?
Non è un Posto al Sole, con tutto il rispetto! Dovrebbe essere Dracula! Invece no. Sempre i soliti quattro angoli di villaggio, le solite due stanze del castello - ma due di numero, eh. Contate - sempre la stessa inquadratura con il personaggio che si affaccia alla balaustra ripreso da sotto in su. La ristrettezza del contesto ha, inoltre, delle ripercussioni notevoli sulla struttura. Perché, per far arrivare tutti quanti in 'sto paesello, chiunque abbia scritto la sceneggiatura è stato costretto a ricorrere a pretesti uno via l'altro. Harker bibliotecario, signore del cielo?! E Renfield ridotto a scemo del villaggio?
Sono rigida? Sì, lo sono.
Per me il libro è canone. Regola. Dogma. Poi, se la trasposizione cinematografica è buona, ha senso, aggiunge qualcosa non ho nulla da ridire.
Ma gli androidi sognano pecore elettriche? a Blade Runner assomiglia poco, ma non  mi azzarderei a dire nulla in proposito: sono splendidi entrambi.
Next - racconto - è bellissimo. Next - film - è... beh. È. Non aggiungiamo altro.
Insomma, in definitiva, sapete che c'è? Proprio come quando mangi qualcosa di dolce per toglierti dalla bocca un saporaccio, mi rileggerò Dracula. In lingua originale perché voglio vedere se è difficile o no. E poi, forse, mi riguarderò il film di Coppola. E cercherò di dimenticare che esiste una versione italiana di questa storia datata 2012.

9 commenti:

  1. A onor del vero, aggiungo che la storia dell'amore Dracula-Mina come impostata da Coppola credo venga da un film ancora precedente. Non l'ho visto quindi non posso dirti di preciso, ma ho letto che l'idea della reincarnazione della moglie di Dracula in Mina viene da un "Dracula" di Dan Curtis del 1974.
    Io DEVO vedere il film di Argento - perché Dracula è uno dei miei libri sacri, perché dopo aver amato l'Argento di una volta, sono curiosa di scoprire gli abissi cui arriva ogni volta negli ultimi anni, e perché ho una deviazione per il trash.

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    1. A onor del vero, aggiungo che la storia dell'amore Dracula-Mina come impostata da Coppola credo venga da un film ancora precedente.
      Non so, io ho letto da più parti che fosse una cosa dovuta a Coppola, ma non sono un'esperta della tradizione cinematografica relativa al Conte.
      Quel che è importante - e va detto - è che questa sottotrama non è presente nel libro originale (ho sentito gente lamentarsi perché, dopo aver visto il film, sono andate a comprare il libro e la storia d'aMMore non c'era).

      Io DEVO vedere il film di Argento - perché Dracula è uno dei miei libri sacri, perché dopo aver amato l'Argento di una volta, sono curiosa di scoprire gli abissi cui arriva ogni volta negli ultimi anni, e perché ho una deviazione per il trash.
      Guarda, io ci ho provato eh. Ma per quanto il trash possa divertirmi - se preso con ironia - non ce l'ho proprio fatta. E non per una mia "talebanità" (eh, non è fedele al libro, quindi è merda), ma perché è ridicolo, di quella ridicolaggine che sconfina nel patetico. E quando non è ridicolo-patetico è noioso. Mettici pure dialoghi che sembrano scritti da un bambino di prima elementare e una recitazione canissima.
      Praticamente: Un posto al sole ambientato in Transilvania. Enno, dai.

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  2. Dario Argento... bah!
    Era così bravo una volta...
    QUESTO suo film (sì, tecnicamente può essere definito film) non lo vedo neanche se Uma Thurman mi si inginocchia davanti... e oltretutto la tua recensione lo massacra MOLTO BENE (meglio di quanto ha fatto Stefano Disegni su CIAK)
    COMUNQUE adesso riprendo in mano il romanzo e rileggo il SETTIMO capitolo; è il mio preferito, da quando ho visitato Whitby e mi sono arrampicato sulla scalinata che va all'Abbazia (è forse il luogo più frequentato dai turisti nell'Inghilterra del Nord e tu sai il perché...)

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    1. Non volevo massacrare il film. Non ci ho messo cattiveria, è solo... che di Dracula ha giusto il titolo e un personaggio - vampiro - che si chiama così. E basta.
      Poi è un'altra roba, che con il libro di Stoker non c'entra nulla.
      è forse il luogo più frequentato dai turisti nell'Inghilterra del Nord e tu sai il perché...
      Posso immaginare! XD

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  3. Penso che lo guarderò lo stesso per amore verso il trash... magari a paragone con Troll 2 potrebbe non essere male! XD

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    1. Non so dirtelo, non ho visto Troll 2 - non ho visto nemmeno Troll, se è per questo.

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  4. Ahimè, non ho ancora letto "Dracula" - e di certo non ho intenzione di vedere il film di Argento, quindi non posso commentare per esperienza diretta.
    Di classici sui vampiri ho letto il racconto di Polidori e uno di Ann Crawford (sono insieme in una vecchia edizione Newton Compton). Carini, ma mi sa proprio che Stoker sarà un bel po' di spanne più su.


    Ah, concordo con la tua avversione verso i suicidi d'amore. Saremo ciniche, che ti posso dire... Però, in certi casi, c'è proprio da dire che l'innamorato di turno poteva aspettare anche 5 minuti in più, eh!

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  5. Ahimè, non ho ancora letto "Dracula"
    Ma scusa... che aspetti? XD

    Però, in certi casi, c'è proprio da dire che l'innamorato di turno poteva aspettare anche 5 minuti in più, eh!
    Porca miseria, sì!
    Tutti frettolosi, 'sti innamorati. Secondo me, mancano di istinto di autoconservazione (cinicissima).

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    1. Eh, c'è sempre qualche altro titolo che mi chiama, tipo sirena, e mi distrae!

      Ahah sì, concordo xD

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