giovedì 13 settembre 2012

Chi ha paura del mostro?

Nessuno, se si tratta delle patetiche rivisitazioni che ci propinano nella cosiddetta "letteratura fantastica" young adult.
Del resto, chi prenderebbe sul serio un vampiro con gli scrupoli di coscienza, un licantropo che non perde il controllo e uno zombie con i sentimenti?
I mostri sono in pericolo gente. Avanti di questo passo, non se ne salverà uno. Dovremmo fare un Fondo Mondiale Per la Conservazione dei Mostri. Save the Monsters. Non sono fotogenici come i panda, ma, ragazzi, mi fanno quasi altrettanta pena.
Non è che non li abbiano fatti oggetto di parodia, finora: senza sforzarmi troppo e limitandomi ai cartoni animati, mi vengono in mente Il conte Dacula, o Carletto il principe dei mostri. E poi Scooby Doo. Però, i mostri di Scooby Doo - che poi non erano mai veri, ma solo il trucco di qualche malvagio per guadagni illeciti - facevano paura. O meglio, i protagonisti li prendevano sul serio. La parte più divertente erano gli inseguimenti...
Ma le parodie sono una cosa degnissima: guardate Kermit qui sopra, è talmente ganzo che vorrei la maglietta.
Ce li tiriamo dietro da millenni, se la vediamo in termini di civiltà, e da tutta la vita, se guardiamo invece al singolo individuo: il minimo che potesse succedere era esorcizzarli con la comicità.
Però, la realtà è un'altra: pensiamo alle fiabe. No, non alle edulcorate versioni targate Disney: a quelle diciamo originali (aggettivo questionabile, comunque, visto vengono da una lunghissima tradizione orale). 
Sono spaventose. Sanguinose. Piene di pericoli mortali.
Penso che, in una certa misura, servissero per insegnare ai bambini che il mondo è un postaccio e si deve stare attenti. Il punto è che le fiabe fanno paura perché ci sono dentro i mostri. E i mostri, ti mangiano. Ti mangiano sul serio.
Dalla fiaba alla narrativa fantastica il passo è breve: i mostri hanno traslocato e ci si sono trovati - scusate il bisticcio di parole - una favola. Basta pensare alla letteratura gotica e horror: spazio in abbondanza e decine di pasti appetitosi e truculenti.
Ma è quando le cose vanno bene che - PAMM! - arriva la mazzata.
Ora, io ci scherzo, ma un mostro serio, un mostro che si rispetti, deve essere brutto, sporco e cattivo. Vabbé, quantomeno cattivo.
Deve incarnare in sé il male. Questo è il suo mestiere. Così, quando l'eroe lo sconfigge, siamo tutti quanti più contenti e ci sentiamo rassicurati. È un simbolismo molto ovvio: la vittoria dell'uomo sulle sue paure.
Da dopo l'uscita di quella solenne porcata che va sotto il nome di Tuailait si sta affermando una tendenza sciagurata e allarmante che consta di due parti.
Primo: ciascuno si costruisce il proprio mostro come cavolo gli pare. Facile: si prende una tipologia e poi la si manipola senza alcun rispetto per la tradizione lunga e onorata che la riguarda. E noi, appassionati di letteratura fantastica e horror ci ritroviamo con vampiri con il veleno (sì, in Tuailait c'è anche questo), licantropi che scoppiano come pop corn e zombicelli 'nammurati. La fiera dell'improvvisazione e del pressapochismo. Nessun rispetto di ciò che è venuto prima. Nessuna cultura.
Ci sono i fondamentali. E, porca miseria:
1) I vampiri hanno le zanne e non brillano al sole. Quelli sono solo i beceri pretesti dell'autrice per giustificare il fatto che i suoi vampiri vadano in giro di giorno e frequentino il liceo per la ventordicesima volta.
2) Gli zombie non ragionano. Il mangiare cervelli freschi non li preserva dalla decomposizione. Quello è solo il becero pretesto dell'autore (o autrice, non lo so, non mi interessa), per continuare a far avere alla sua protagonista l'aspetto grazioso della Mary Sue finta normale e finta sfigata.
Inventatevi delle ragioni decenti, invece di pasticciare con i dogmi della letteratura fantastica, maledizione!
Secondo (e molto più inquietante): ai mostri vengono sistematicamente tolti tutti gli aspetti scabrosi, repellenti, malvagi, negativi. Vengono snaturati. Ripuliti. Addomesticati. Infiocchettati. Alla fine del restyling non si riesce nemmeno più a riconoscerli.
E se è pietoso e un po' imbarazzante vederli ridotti così, l'effetto è molto più profondo: perdono la loro funzione. Non fanno più paura. E un mostro che non fa paura, mi dite voi a cosa serve? È come se il loro posto, il loro ruolo, venisse cancellato dall'ordine delle cose.
E il pubblico gradisce. Perché?
Perché la negatività viene epurata a favore di una visione rassicurante, pucciosa, kawaii e infinitamente più mediocre? Vorrei tanto saperlo.
Per ora, mi sa che l'unica arma che ci resta è ridere di queste trovate. Sperando che davvero una risata li seppellirà. Possibilmente per sempre.

8 commenti:

  1. Detesto questa sciagurata tendenza all'edulcorazione dei mostri, non tanto perché si cambia la tradizione (ben vengano le rivisitazioni originali e personali), quanto perché il tutto serve, appunto, a rendere innocuo quello che dovrebbe essere disturbante. Sono un'amante delle fiabe "come si deve", quelle crudeli e sanguinose, e degli zombi che ti divorano mentre sei ancora vivo (mi dà fastidio anche solo la ridicola credenza che mangino "cervello": leppalle. Di' allo zombi che ti sta strappando le budella che dovrebbe succhiarti il cervello come se fosse quello di scimmia servito a Indiana Jones, se hai fiato mentre urli).
    O tempora, o mores.
    La gente che apprezza i vampiVi alla Twilight dovrebbe essere servita in pasto ai mostri delle scene finali di Cabin in the Woods.

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  2. La gente che apprezza i vampiVi alla Twilight dovrebbe essere servita in pasto ai mostri delle scene finali di Cabin in the Woods.
    Amen.

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  3. Cioè stai dicendomi che i Pimpiri-draculini, non brillano al sole e ... gosh...
    Sei una millantatrice.
    E mi dici che Sue Ellen di Dallas era una zomba?
    E che...?
    Mi lasci basito.
    ++God hates fangs!++

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    1. Rassegnati, Sue Ellen era sicuramente una zomba (con problemi di alcolismo).

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  4. Le parodia fanno ridere, ma non snaturano il mostro. Anzi, lo esaltano mostrandone le qualità sotto un'ottica divertente (ho forse detto Shawn of the dead?).
    Il problema con i "nuovi mostri" è che non sono parodie e tirano a farsi prendere sul serio...
    IO credo che Stoker si stia rivoltando nella tomba, per nonparlare di Romero che ora vede i suoi amati non-morti che vanno a scuola e profumano come un mazzolino di fiori di campo...
    Sono davvero triste... :(

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    1. Esattamente! Le parodie sono un modo molto intelligente per esorcizzare le paure. Lo sono perché, oltre a non prendere, non si prendono sul serio.
      I nuovi mostri, al contrario, si prendono terribilmente sul serio e i loro autori hanno - secondo me - la pretesa di avere riscritto il paradigma, quando - sempre secondo me - non sanno neanche di cosa stanno parlando. Scrivono di vampiri e, magari, hanno solo visto il Dracula di Coppola. Che è un bellissimo film e io l'adoro, ma è un po' pochino come base.

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  5. Amo le fiabe oscure e sanguinose, ma amo anche le rivisitazioni, sia quelle in negativo che quelle in positivo, purché funzionino.
    E sono anche una grande fan dei classici Disney ;)
    Il fatto è che questi mostri non vengono rivisitati, vengono svuotati delle loro identità e niente viene aggiunto, rimangono delle vesti vuote da infilare al protagonista di turno per dare un tocco kitsch e finto originale all'aspetto da bad-boy/girl-tenebroso/a.
    Se uno ha letto e visto the real thing, non glie ne frega niente di leggere questa roba.

    Io personalmente non ho nulla contro questi romanzi, semplicemente non li leggo. Semmai mi scoccia il modo in cui vengono incensati.
    Mi sta benissimo che a un sedicenne piaccia di più il panino del Mcdonald della pasta fatta in casa, mi perplimo (e deprimo) se è davvero convinto che la qualità del primo sia superiore.

    (OT: Credo che la fame abbia influenzato gli esempi :Q__)

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    1. Il fatto è che questi mostri non vengono rivisitati, vengono svuotati delle loro identità e niente viene aggiunto
      Infatti.

      Se uno ha letto e visto the real thing, non glie ne frega niente di leggere questa roba.
      Esatto. Per questo dico che non c'è cultura: perché, per contro, chi legge questa roba non solo sa nulla di cosa sia "the real thing", ma (sono convinta) non gli interessa nemmeno saperlo! Non credo proprio che una che si avvicina ai vampiri con Tuailait poi risalga alle fonti e legga (e soprattutto, apprezzi) Dracula. Così come chi si avvicina agli zombie con quest'ultima porcata che esce, poi diventi fan di Romero o si appassioni a quel capolavoro che è World War Z.

      Io personalmente non ho nulla contro questi romanzi, semplicemente non li leggo. Semmai mi scoccia il modo in cui vengono incensati.
      Pure io non li leggo, o, se li leggo, lo faccio per scopi ricreativi (gli orrendi paranormal romance della Showalter mi fanno ridere fino alle lacrime). Quello che mi inquieta è il pensiero che, un giorno, nessuno leggerà più Dracula perché il vero vampiro è Eddie-boy.

      Mi sta benissimo che a un sedicenne piaccia di più il panino del Mcdonald della pasta fatta in casa, mi perplimo (e deprimo) se è davvero convinto che la qualità del primo sia superiore.
      Deprimiti, allora.
      (mi hai fatto venire fame!)

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